Francia - Show sarkozista in banlieue: arrestati i (presunti) capi delle rivolte.

Francia, mega raid alla periferia di Parigi. Impiegati mille poliziotti, uomini dei reparti speciali e una copertura mediatica senza precedenti.

Parigi - Fulminea e inattesa, l'operazione banlieue è scattata prima dell'alba, ieri, verso le sei di mattina. Solo che non si è trattato dell'attuazione del «Piano speranza banlieues» presentato da Nicolas Sarkozy solo la settimana scorsa per far fronte al degrado dei ghetti che circondano le città francesi, bensì di un'operazione di polizia dall'ampiezza considerevole e dalla copertura mediatica senza precedenti. Più di mille poliziotti mobilitati, reparti speciali e giornalisti d'ogni media a testimoniare il fermo di trentatré giovani accusati delle violenze che tre mesi fa incendiarono le notti alla periferia Sud di Parigi.
Il presidente della Repubblica, del resto, lo aveva promesso e c'era d'aspettarselo. Questione di tempo. Lo scorso novembre, dopo che due minorenni di Villiers le Bel erano morti in uno scontro tra la moto che conducevano e un'auto della polizia, gli scontri tra le forze dell'ordine e i giovani delle banlieues erano degenerati in intere nottate di follia incendiaria che fecero tornare alla mente le rivolte del 2005. In quest'occasione, inoltre, la violenza aveva fatto un salto di qualità e oltre alle solite auto e ai soliti edifici dati alle fiamme, alcuni giovani avevano usato armi da fuoco contro le forze di polizia. Dopo tre giorni il bilancio era stato pesante: 131 poliziotti feriti tra cui 75 con ferite provocate da pistole e fucili da caccia.
Tornata la calma, Sarkozy aveva promesso alla polizia «i mezzi e il tempo necessario» per andare a trovare «uno a uno» gli autori. In tre mesi le forze dell'ordine hanno messo in campo intercettazioni ambientali, investigazioni e, per la prima volta, hanno fatto appello alla testimonianza «anonima» dei residenti in cambio di somme di denaro di alcune migliaia di euro. Il dispositivo ha funzionato e i giovani accusati di «tentato omicidio» e «incendio volontario» sono stati presi ieri nelle proprie case dai poliziotti, insieme ad un centinaio di membri del raid, le truppe d'élite della polizia.
Per coglierli di sorpresa, l'azione è scattata alle sei di mattina. Gli unici a non essere caduti nel trabocchetto, invece, sono stati i giornalisti. Già intorno alle cinque, infatti, decine di giornalisti preavvertiti del colpo pattugliavano le strade di Villiers le Bel. Fatto che ha reso possibile l'adeguata copertura dell'evento e sancito mediaticamente l'efficienza e la buona condotta dell'operazione. La ministra dell'Interno, Michele Alliot Marie, che si è felicitata della «bella operazione, realizzata nella calma», ha escluso qualsiasi ipotesi di manipolazione e anzi si è detta dispiaciuta per una «mediatizzazione che poteva avere delle conseguenze sulla realizzazione dell'operazione». In realtà, queste fughe di notizie non sono una novità assoluta. Casi analoghi con conseguente mediatizzazione, si erano già avuti nel 2006, sempre nella banlieue parigina e sempre per arrestare giovani accusati di aver aggredito dei poliziotti. Allora al ministero dell'Interno sedeva Nicolas Sarkozy, che oltre al ministro faceva anche il candidato alla presidenza della Repubblica.

Mer, 20/02/2008 – 15:16
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