G20 Canada - Scontri e repressione a Toronto



immagini da Act for Freedom Now - notizie da media canadesi

Per la militarizzazione del vertice, indice di quanto i padroni del mondo percepiscano l'amore che i sudditi nutrono nei loro confronti, sono stati schierati 5.100 poliziotti e spesi circa 1 miliardo di dollari. Le operazioni repressive sono cominciate con gli arresti preventivi di quattro persone, mentre diverse abitazioni e punti di aggregazione sono stati perquisiti, ad armi spianate, nelle prime ore del mattino (verso le 5 am) del 25 giugno. L'arresto preventivo di persone considerate come promotori dei disordini, è una pratica che si sta radicando nella gestione dell'ordine pubblico durante questo genere di meeting.

Il giorno successivo si sono dispiegate per le vie di Toronto le classiche manifestazioni variopinte. Il cliché della protesta pacifica, che notoriamente lascia completamente indifferenti i presunti destinatari di appelli e cartelloni, è stato infranto dalla furia iconoclasta del blocco nero: qualche centinaio di individui che si è concentrato su bersagli quali istituti bancari, veicoli della polizia e dei media di regime, negozi di lusso, simboli delle autorità e delle compagnie multinazionali, a ribadire che l'inutile concessione della libertà di parola può essere sostituita da un'auto-conquistata libertà di conflitto. Una presenza che sicuramente non ha interferito con le trattative dei Grandi, blindati nella “Fortress Toronto”, delimitata da grate e barriere, ma ha certamente incarnato la più distruttiva e incontrollabile presenza in strada nella storia della città, come sottolinea il capo della polizia Bill Blair, ricordando che non erano mai stati prima d'ora usati gas lacrimogeni. Oltre ai gas, sono stati impiegati anche proiettili di plastica e “bean bag”, munizioni composte da sacchi di tela riempiti di pallini. Una settantina di presunti partecipanti al blocco nero è stata arrestata nel corso delle manifestazioni, un'altra cinquantina nelle ore successive. Attualmente il bilancio degli arresti sembra essere di circa 130 manifestanti.

Nelle settimane precedenti, 3 presunti membri della Fight For Freedom Coalition erano stati arrestati nel corso delle indagini relative al lancio di un ordigno incendiario contro un filiale della Royal Bank of Canada nel mese di maggio.

L'opposizione alle olimpiadi di Vancouver, i sabotaggi contro EnCana, la difesa delle comunità di nativi e le azioni di contrasto ai vertici dei Grandi, stanno ricordando alle autorità canadesi che ogni luogo può diventare un campo di conflitto contro il capitalismo e le sue manifestazioni.





Dom, 27/06/2010 – 15:04
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