Genova - Forza Nuova, la celere, la FIOM

Riceviamo e diffondiamo una riflessione sulla manifestazione contro il convegno dei neo-nazisti europei indetto da Forza Nuova a Genova :

GENOVA 11 FEBBRAIO 2017: FORZA NUOVA, LA CELERE E LA FIOM

Dopo aver propagandato a lungo un convegno per ospitare i neo-nazisti di vari stati europei da tenersi a Genova (città simbolo dell'Antifascismo) la compagine neofascista di Fiore ha dovuto ripiegare su una sede “minore”, la propria: nel quartiere di Sturla.
Il consueto apparato protettivo è stato garantito dalla questura con schieramento di 400 sbirri (celerini e carabinieri) e grate metalliche in stile “zona rossa” inaugurata con il nefasto G8 del 2001, cosicché i vari capipopolo in giacca e cravatta potessero esporsi a telecamere e fotocamere davanti a qualche decina di seguaci.
Risparmiamo le molte osservazioni possibili sul contesto e lo scenario per sottolineare un fatto mediatico notevole: il convegno per gli organi di informazione era di una non meglio precisata “ultradestra”, tralasciando ogni riferimento alla collocazione comprovata e consolidata negli anni da parte dei figuri che relazionavano al convegno, quella di piena adesione al neonazismo. Un chiaro segnale della volontà (suggerita, imposta dall'alto o spontanea) di normalizzare la presenza attiva sulla scena politica degli squallidi ammiratori di Hitler, Mussolini, Codreanu.
È intuitivo che una volta data la stura alle pulsioni più becere e zozze, ostili alla diversità e ai vituperati migranti, alla gente arrabbiata debba essere servita la vecchia ricetta del nazionalismo esasperato, ultimo passaggio prima dell'affermazione di regimi dittatoriali espliciti ed effettivi.
Ma il punto centrale di questa riflessione è un altro: in un clima diffuso dominato da indifferenza, rassegnazione e anche idiozia, è stata significativa la partecipazione al corteo contrapposto alla presenza fascista a Genova, oltre mille persone. Un numero di tutto rispetto in questi tempi grami. Però il problema non è questo.
Quando il corteo giunge sulla via d'accesso alla sede di FN, blindata dai caschi blu, accade il minimo che si poteva prevedere. Una parte dei partecipanti si arresta di fronte allo schieramento predisposto dai questurini, qualche botto, torce, fumogeni; un messaggio inequivocabile deve giungere ai destinatari: il fascismo non ha agibilità politica. L'altra parte del corteo vuole invece procedere nel percorso concordato con la questura, evidentemente per non creare problemi di ordine pubblico e mantenersi entro i confini della legalità... Di fronte alle divise blu aumenta la quantità di compagni che non accettano la sfilata simbolica, viene tentata una sortita incuneandosi verso le grate, a quel punto la celere avanza con una carica ma trova una buona determinazione a resistere e non sgomberare il campo, nonostante le forze siano molto sbilanciate. Sulla piazza non è necessariamente il numero a fare la differenza e chi ha familiarità con i cortei lo sa bene.
La sgradita sorpresa è ciò che avviene qualche decina di metri alle spalle del gruppo: i soldatini della FIOM CGIL, tutti vestiti uguali con felpa nera e scritta rossa, si sono incordonati e guardano ostili alla componente radicale del corteo di cui evidentemente disapprovano l'azione.
Questa manovra ha un duplice obiettivo: 1. impedire ai sinceri Antifascisti che stanno più indietro di unirsi allo scontro - 2. chiudere lo spazio di fuga eventuale alle prime file che fronteggiano i celerini, in caso di cariche più violente e sfrangiamento del gruppo.
Il colpo basso dei fidi seguaci di Landini è tanto più infido perché avviene nel silenzio... quando i compagni se ne accorgono la reazione è impulsiva: con urla e insulti si invitano i “sindacalizzati” a rompere il loro cordone ma questi non desistono, a quel punto lo scontro fisico è inevitabile: trenta secondi di calci e pugni di fronte a molti volti allibiti. La frattura dentro il corteo è ormai irrecuperabile e sostanzialmente il presidio si scioglie dopo quella mezz'ora di confronto/scontro. Quelli che non erano presenti per una semplice sfilata simbolica sotto le insegne sempre più ambigue della democrazia, se ne vanno furiosi. I garanti dell'ordine e della legalità se ne vanno poiché hanno esaurito il loro compito, ubbidendo agli ordini dall'alto. Come confermerà qualche istante dopo il segretario genovese della FIOM, Bruno Manganaro: “Eravamo qua per dire no al fascismo, non per scontrarci con la polizia”. Peccato che la polizia garantisse il quieto svolgimento del convegno forzanovista! (tralasciando la storica funzione della celere e le innumerevoli infamità perpetrate a danno del proletariato) Concordi non a caso anche i media : “Nessun incidente grave, tutto sotto controllo”. E ancora lo stesso Manganaro trionfante: “la manifestazione ha ottenuto un risultato positivo, i fascisti sono stati costretti a riunirsi in un sottoscala”. Già, dal “contropelo” proletario del lontano 1960 alla innocua manifestazione a debita distanza... alla prossima sarà un successo farli esibire in un albergo di second'ordine, poi al passo successivo, chissà, si esulterà anche per il fatto che i ratti neri sfileranno pacifici per le vie della città e così via di male in peggio.
L'importante è la correttezza democratica, non a caso la stessa che i neofascisti invocano (prendendosene gioco) per rivendicare il loro diritto di espressione. Tempi davvero grami.
Rimane un senso di amarezza profondo, una giornata che poteva avere un significato politico forte si è chiusa mestamente a causa di una “porcata” evidentemente premeditata e concordata con i “tutori dell'ordine”... alla faccia dell'Antifascismo che rimane un valore imprescindibile nonostante gli affronti che subisce da più parti.
Il voltafaccia realizzato dalla FIOM poteva fare molti più danni, in termini di feriti ed arresti, tutto sommato la prontezza e la decisione del centinaio di “radicali” ('fanculo le etichette da questura e giornali che piacciono molto anche a tanti democratici) ha evitato il peggio ma non si può passare sopra ad una condotta del genere. Occorre avere buona memoria e trarne insegnamento... ognuno tracci le proprie conclusioni.

Un Antifascista

Mer, 22/02/2017 – 10:39
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