Parigi - Un pomeriggio di rastrellamenti, antifascismo e antirazzismo
tradotto da non-fides.fr
Parigi, 6 giugno 2013, pomeriggio.
Ore 14,00: varie decine di furgoni di sbirri di ogni genere si piazzano tutt’attorno al quartiere di Barbès [quartiere popolare del nord parigino, a forte concentrazione di immigrati dell’Africa Nera, NdT] e della sua famosa ZSP [zone de sécurité prioritarie, zona di sicurezza prioritaria, dove gli sbirri sono presenti in forze per contrastare la piccola delinquenza, NdT]. Chiudono le strade con i furgoni e fermano la gente a seconda del colore della pelle: piccoli ambulanti abusivi, senza documenti e poveri di ogni tipo.
Ore 16, 25: alcune strade vengono aperte per lasciar passare i bambini che escono da scuola, cosa che lascia credere che l’operazione poliziesca sia terminata. Ma numerose persone vengono intrappolate da gruppi di sbirri in borghese, che riescono a mimetizzarsi fra la gente e continuare i fermi. Le persone arrestate vengono portate, ammanettate, su autobus della polizia che stazionano sotto la stazione della metro.
Ore 17: Al Passage du Havre [vicino alla Gare St. Lazare, zona commerciale e turistica, NdT] si tiene un presidio indetto da amici e compagni di Clément Méric. Ci sono diverse migliaia di persone, venute a raccogliersi nel luogo in cui, la sera prima, Clément è stato assassinato da alcuni fascisti.
Ore 18: Per tutta la giornata, politici di ogni partito si sono avvicendati sui media. Alcuni di loro si ritrovano al microfono in Place Saint Michel [rive gauche, non lontano dalla Sorbonne, zona turistica ed universitaria, NdT], per il presidio indetto dal Parti de Gauche [cartello di partitini di sinistra ed ecologisti, fra cui il Parti Comuniste Français, NdT] e a cui partecipa tutto un circo politico che va dal centro fino all’estrema sinistra.
Per fortuna, alcuni politici non riusciranno a fare il loro intervento, fischiati da una folla che non si lascia prendere in giro. Gli stessi che pianificano ed organizzano la caccia agli immigrati clandestini vorrebbero infatti recuperare politicamente la morte di una persona che, fra le altre cose, lottava contro il razzismo. Si tratta del solito gioco del recupero politico, con cui ci spiegano che per lottare contro il fascismo bisogna costituire un fronte comune e difendere la democrazia. Fascismo e democrazia sono le due facce di una stessa medaglia, due modi di gestione dello Stato che fanno prosperare il capitalismo.
Ore 20: Svariate centinaia di persone partono in manifestazione selvaggia ed attraversano la capitale scandendo slogan come: “Da Istanbul a Parigi, abbasso lo Stato, gli sbirri ed i fascisti”, in direzione della sede dell’Oeuvre Française, un gruppuscolo fascista. Il corteo lascia tracce del suo passaggio: pattumiere rovesciate, scritte sui muri, adesivi, vetrine di banche prese a martellate…
Ore 20,30: Alcune persone si ritrovano davanti al Commissariato di Clignancourt [non lontano da Barbès, NdT] per rendere visibile la partenza verso il CIE delle persone prese nella retata del pomeriggio. Il loro piccolo numero ed i colpi dei manganelli non impediranno loro di esprimere la propria solidarietà.
Di fronte alle retate, alla violenza dello Stato, alla violenza dei fascisti, agli avvoltoi politici ed alla rassegnazione, esprimiamo in strada la nostra collera! Facciamo in modo di ostacolare concretamente il lavoro degli sbirri, opponiamoci alle retate e non lasciamo che i fascisti e le loro idee invadano lo spazio [pubblico, NdT] e rovinino le nostre vite. Organizziamoci per attaccare tutte le forme di dominio e tendere verso la libertà.
Contro gli sbirri ed i fascisti, morte allo Stato e al capitalismo.
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