Perugia: morte in carcere
fonte http://toscana.indymedia.org/
Venerdì 12.10.07
Aldo Bianzino, falegname 54enne di Pietralunga (PG), veniva arrestato insieme alla sua compagna perché in possesso di piante di marjuana per uso personale.
Notte tra sabato 13 e domenica 14
Aldo Bianzino viene trovato morto in una cella del carcere di Capanne (PG), semza ematomi evidenti all'esterno.
Venerdì 19 e sabato 20.10.07
L'autopsia rivela “lesioni compatibili con l'omicidio”: traumi cerebrali, epatici e due costole rotte.
Aldo Bianzino in carcere non è stato in contatto con altri detenuti...e il tipo di lesioni in questione può portare alla morte anche a distanza di molte ore. La vittima potrebbe quindi essere stata picchiata prima, durante o dopo l'arresto...con modalità che permettono di uccidere anche, senza lasciare traccia visibile all'esterno, come i colpi inferti con asciugamani bagnati.
Metodi fascisti di uno Stato di polizia, che le forze dell'”ordine” conoscono molto bene.
Aldo è stato torturato e ucciso da chi lo aveva in custodia, dai tutori della “sicurezza” e da chi questa sicurezza invoca e paga.
Aldo è stato barbaramente assassinato dallo Stato.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo buono, mite. Vecchio compagno di Lotta Continua, attualmente vicino ad una comunità di Hare Krishna, viveva tranquillamente la sua vita senza dar fastidio a nessuno.
LO HANNO PUNITO PER QUESTO?
Meglio dar fastidio allora!
È ciò che tenta di fare questo comunicato
Che Aldo Bianzino non sia morto invano! Che la sua morte violenta sia un esempio e un ammonimento per tutti, per quanti invocano più sicurezza e per le potenziali vittime di essa.
Questa “sicurezza” fascista e xenofoba sfila oggi per le strade di Perugia e non solo, sotto le bandiere tricolori, contro gli immigrati, le prostitute, gli emarginati. Dice di voler sconfiggere lo spaccio di droga, ma fa affari con esso e con esso alimenta il bisogno indotto di sicurezza.
Di questa sicurezza con la celtica e la svastica i proletari non hanno bisogno.
La sicurezza che vogliamo è sicurezza sul lavoro, affinché non ci siano più omicidi bianchi per il profitto;
La sicurezza che vogliamo è sicurezza di un lavoro e non una vita di precarietà;
La sicurezza che vogliamo è che l'ambiente in cui viviamo non sia avvelenato dall'insicurezza delle fabbriche del capitale e depredato dal saccheggio padronale dei beni comuni;
La sicurezza che vogliamo è che le stragi fasciste e di Stato non restino impunite e che gli autori materiali e morali di questi crimini non siano liberi di cavalcare queste crociate per la sicurezza di giorno e scorrazzare di notte con le spranghe e le torce a dar la caccia ai poveri, agli immigrati, ai gay, ai compagni;
La sicurezza che vogliamo è, quantomeno, il rispetto dei diritti costituzionali, la libertà di esprimersi e lottare senza essere criminalizzati e/o pestati da fascisti in doppio petto o in divisa e da sceriffi di ogni risma.
Verità e giustizia per Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, Marcello Lonzi e tutti i proletari uccisi dallo Stato per le strade o in galera!
NO ALLO STATO DI POLIZIA E DI MODERNO FASCISMO
Aderiamo sin d'ora alle manifestazioni e ai presidi annunciati dagli amici di Aldo Bianzino
Rete Antifascista Perugina
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