Repressione - A proposito dell'Op.Ardire
Riceviamo e pubblichiamo un testo circolato di recente durante una cena benefit tenutasi alla casa occupata Villa Panico (Firenze):
A PROPOSITO DELL'OPERAZIONE “ARDIRE”
Il 13 giugno 2012, in seguito ad un'inchiesta condotta dalla pm Manuela Comodi della Procura di Perugia e dal Reparto Operazioni Speciali dei carabinieri, vengono arrestati 8 anarchici ed anarchiche, notificati 24 avvisi di garanzia ed eseguite una quarantina di perquisizioni in svariate città d'Italia. Vengono emessi anche mandati di arresto e avvisi di garanzia anche nei confronti di anarchici già da prima detenuti all'estero: Marco Camenisch , Gabriel Pombo Da Silva e otto prigionieri greci della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.
Di recente trasferita presso il Tribunale di Milano, poiché la locale Procura ipotizza il reato di “terrorismo internazionale” per cui quel tribunale è competente, è tuttavia da Perugia che parte l'inchiesta, per mano della stessa pm (Manuela Comodi) che ha già firmato altre due inchieste contro anarchici, sempre per conto del ROS dei carabinieri. Anche stavolta ad essere contestato è il reato di associazione terroristica (270 bis) oltre ad alcuni attentati rivendicati da nuclei della Federazione Anarchica Informale e ad azioni come l'affissione di uno striscione e alcune scritte a Perugia.
E' come una strana lotteria dove chi vince perde, e chi viene estratto si fa mesi o anni di carcere.
Di fronte agli attacchi che colpiscono i responsabili del dominio e dello sfruttamento, incapace di individuarne i diretti responsabili, lo Stato risponde colpendo nel mucchio quegli anarchici che salutano con gioia la violenza rivoluzionaria o che semplicemente non ne prendono le distanze.
Se lo Stato alimenta un clima di allerta al quale risponde millantando un apparato di sicurezza capace di farvi fronte, non può mostrare i suoi punti di debolezza al cittadino che alle sue mani si affida.
Lo Stato ha bisogno di trovare un colpevole. Uno qualunque, meglio se più di uno, meglio se sovversivo.
Certo, all'interno del quadretto repressivo della scorsa estate, (segnata dal susseguirsi di ben quattro indagini per 270 bis e vari arresti), nell'operazione Ardire il Ros dei carabinieri, con in testa il noto generale Ganzer, ha fatto uno sforzo particolarmente impegnativo per cercare di ingabbiare relazioni orizzontali tra compagni in una struttura gerarchica che appartiene a questo mondo e a tanti suoi tristi figuri, di certo non agli anarchici.
Dopotutto nel reato associativo quel che conta è inserire gli “associati” in una struttura; così chi cura blog diviene ideatore, chi è rinchiuso nelle prigioni e riceve la solidarietà dei propri compagni e amici diviene il mandante di azioni, tutti gli altri semplice manovalanza.
Dopotutto l'applicazione del reato associativo non richiede che vengano fornite le prove di un reato specifico: è perciò lo strumento perfetto per mettere in difficoltà, nel momento opportuno, chi apertamente e con i suoi modi si oppone al capitalismo e all'autorità. Diviene anche ottimo strumento per carcerazioni preventive, soprattutto quando da un tribunale che appare ormai una fabbrica di inchieste anti-anarchiche a getto continuo, la solita pm, in ansia di popolarità dopo le assoluzioni del caso Meredith, non esita a firmare gli arresti.
Ribadiamo l'importanza di essere vicini a tutti i compagni colpiti dalla repressione e rivendichiamo la nostra volontà di continuare a costruire le nostre relazioni in maniera antiautoritaria ed orizzontale, quelle relazioni che ci danno la gioia di vivere e di lottare contro questo mondo di merda.
E' chi non ha più sogni ad avere bisogno di capi e cani da guardia.
Solidarietà a Sergio, Alessandro, Katia, Elisa, Stefano, Paola, Giulia, Peppe, Marco, Gabriel!
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