[Roma] In piazza per salutare Chucky
Non vogliamo scrivere retoriche né banali parole spesso inopportune su quello che è un ultimo gesto. Il suicidio è una scelta intima e profonda che non ci permettiamo di giudicare ma di guardare con smarrito rispetto.
Abbiamo così deciso di salutare Chucky a nostro modo, quello che viene dal cuore quindi diretto, carico di rabbia.
- Chucky, un’emozione in cammino -
“Hai visto gli immigrati cosa stanno facendo ai CIE? E noi cosa facciamo?”
“Hai visto che succede alla Palestina? Cosa si può fare?”
Le domande più immediate e genuine che poneva Chucky.
Chucky… un’emozione in cammino.
Un cammino improvvisato ma che lasciava una traccia continua e trasparente di domande, rabbia, dubbi e umiltà.
Negli ultimi 3 anni Chucky era in Valsusa, a Roma e in ogni momento in cui decidevamo di partecipare ad una battaglia.
Chucky si fidava dei compagni, soffriva per chi veniva colpito dalla repressione e la sua lotta era immensa tanto da portarlo ovunque.
Non abbiamo mai capito dove si svolgesse la sua vita. L’abbiamo sempre immaginato tra i tanti amici che andava a salutare nelle diverse città.
Sorridevamo nel vederlo coccolato dalle signore impegnate nella lotta No Tav – “E’ la nostra mascotte” – qualcuna diceva mentre ci scambiavamo saluti.
Chissà quanti posti avrà visitato, quanti compagni e compagne avrà incontrato.
Anche a Roma ha incontrato quasi tutte e tutti, nonostante la digos lo minacciasse promettendogli un “foglio di via”.
Il 15 ottobre 2011 eravamo tra i tanti Chucky che partecipavano ad una giornata di rivolta ed è proprio quella giornata che ci ha fatto incontrare.
Un legame che unisce chiunque sia stato con la propria tensione in quelle strade.
Chiunque si sia sentito e sentita parte di una rabbia e di un rifiuto per un’esistenza fatta di miseria, solitudine e oppressione alla quale vorrebbero costringerci.
Quella giornata l’abbiamo anche vista scorrere nelle immagini proiettate dagli schermi del tribunale di P.le Clodio.
Quello che hanno lasciato è solo il gelo di quell’aula, il sangue agli occhi dei compagni e delle compagne presenti e la bava alla bocca del pm e dei giudici, pronti a far carriera con una condanna già scritta.
Ognuna di quelle immagini, di quelle foto, rappresentava momenti di ferma ribellione ma anche il dolore di coloro a cui veniva strappata la libertà.
Tra i tanti momenti di quella giornata un’immagine ricordiamo bene: la camionetta in fiamme con la scritta “Carlo vive”.
Il ricordo di una morte che solo la lotta potrà vendicare.
Ciao piccolé porteremo in strada la tua rabbia!
Venerdì 5 settembre h. 19.30 Piazza San Giovanni sotto la statua di san Francesco per salutare Chucky.
Libertà per tutti
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