Roma | Viterbo - Silenzio e indifferenza reggono il potere, la solidarietà è un'arma | celere nelle carceri per i presidi

*SILENZIO ED INDIFFERENZA REGGONO IL POTERE*


*LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA*



In solidarieta’ ai detenuti ed alle detenute in lotta contro l ‘
ergastolo, nella settimana dello sciopero della fame nelle carceri del
Lazio, sono stati organizzati alcuni presidi: l’8 marzo, all’inizio
della mobilitazione, e il 13 di fronte alla sezione femminile di
Rebibbia a Roma. Il 14 fuori il carcere di Viterbo.


In tutte e tre le occasioni si è verificata la stessa dinamica: i/le
reclusi/e, solitamente presenti alle sbarre delle celle, non si sono
visti/e; anzi, chi si è affacciato/a lo ha fatto per comunicare che
erano “impossibilitati/e” a farlo. Anche fuori l’organizzazione della
sbirraglia era palesemente piu’ invasiva del solito, con il fastidioso
dispiegamento della celere vicino al presidio, cosa presumibilmente
dettata da disposizioni giunte dall’alto, visto il fatto che situazioni
del genere si sono verificate ultimamente anche ad altri presidi di
fronte alle carceri di altre città italiane.


Nei giorni successivi siamo venuti a conoscenza del fatto che, almeno
all’interno delle sezioni femminili di Rebibbia, in concomitanza allo
svolgersi dei presidi era stata predisposta la presenza della celere in
antisommossa, che infatti si aggirava indisturbata nei corridoi. Dunque
alle solite “minacce di rapporto” fatte nei confronti delle detenute che
partecipavano più attivamente, si sono aggiunti in queste occasioni dei
veri e propri pestaggi.


*QUESTI FATTI, GRAVISSIMI, RICHIEDONO L’ATTENZIONE DA PARTE DI QUANTI/E
HANNO ANCORA LA DIGNITA’ DI NON RENDERSI COMPLICI CON L’INDIFFERENZA.*


*DA PARTE NOSTRA CONTINUIAMO AD ESSERE SOLIDALI CON CHIUNQUE SI TROVI
OSTAGGIO DELLO STATO, RIBADENDO LA NECESSITA’ DI LOTTARE CONTRO CHI
OPPRIME, TORTURA, UCCIDE, “DENTRO” COME “FUORI”.*


*LIBERTA’ PER TUTTI E TUTTE*



Roma 17-03-09 /Individualità anarchiche





Sabato 14 marzo durante i presidio di fronte al carcere di Viterbo,
compresa la dinamica repressiva messa in atto dagli sbirri anche
all’interno di questo istituto, si è deciso di spostarsi in città per
dare visibilità a ciò che stava accadendo.


Un gruppo di compagni e compagne ha attraversato il corso principale
durante lo shopping del sabato pomeriggio megafonando e distribuendo un
volantino, scritto sul momento, sotto gli occhi attoniti della digos,
che in gran numero non ha potuto fare altro che minacciare di denuncia i
presenti.


Di seguito il volantino distribuito:


INDIFFERENZA E REPRESSIONE


Da primo dicembre migliaia di detenuti e detenute delle carceri italiane
sono in sciopero della fame contro l'ergastolo. La protesta
autorganizzata dei prigionieri condannati ad essere sepolti vivi nelle
gabbie di stato, è partita da una lettera di 300 ergastolani, in cui
chiedevano provocatoriamente che la loro pena "senza fine" fosse
tramutata in pena di morte in contrapposizione all'ipocrita moratoria
internazionale sulla pena di morte vanto dei sinistri progressisti. Da
allora la solidarietà si è diffusa contagiando i detenuti in lotta di
Grecia, Spagna, Francia, Argentina, Cile e Germania... che hanno aderito
allo sciopero. Varie azioni di solidarietà sono state compiute dai
compagni e dalle compagne solidali che hanno cercato di portare alla
luce in questa società indifferente la lotta dei reclusi; e nello stesso
tempo con presidi sotto i vari lager dello stato si è cercato di
stabilire un contatto diretto fra individui in lotta al di là e al di
qua delle alte mura tenebrose del potere. Ovviamente, chi di dovere
(secondini & Co.) ha cercato in ogni modo e con ogni mezzo di reprimere,
isolare, soffocare, questa lotta. I detenuti/e che rispondevano con
grida, incitamenti canti sono stati segnalati, trasferiti, probabilmente
minacciati di ritorsioni da squallidi ricattatori. Anche ieri sotto il
carcere di Rebibbia di Roma, come oggi 14/3 sotto il carcere di
Mammagialla di Viterbo abbiamo assistito a questo triste spettacolo: le
finestre delle celle più vivaci sono state chiuse, la voce dei
prigionieri zittita mentre i manifestanti sono stati ripresi e
fotografati da videocamere che poi sono state rivolte verso la celle stesse.



A TUTTO QUESTO RISPONDIAMO CON LA SOLIDARIETA' INCONDIZIONATA A TUTTI
COLORO CHE RECLUSI E INGABBIATI TRA QUATTRO MURA NON CHINANO LA TESTA E
LOTTANO CONTRO IL CARCERE.


PER UN MONDO SENZA GALERE, FONTIERE E SFRUTTAMENTO.


INDIVIALITA' ANARCHICHE
Mer, 18/03/2009 – 11:41
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