Spagna - La procura chiede 132 anni di carcere per un'anarchica accusata dell'esplosione di un pacco-bomba

Spagna - La procura chiede 132 anni di carcere per un'anarchica
accusata dell'esplosione di un pacco-bomba

fonte: adn.es

A conclusione dell'inchiesta il pubblico ministero considera che
l'imputata, A. C. G., abbia confezionato ed inviato il pacco-bomba
esploso il 24 maggio 2003, presso la sede di Correos (ufficio delle
poste) di calle San Vicente, a Valencia. Pertanto, le vengono imputati
9 tentati omicidio - uno per ognuna delle persone che risultarono
ferite dall'esplosione- ed il reato di strage terrorista.
Con A. C. G sarà processato E. A. S., suo ragazzo all'epoca dei fatti.
La Procura imputa ad entrambi l'incendio di un bancomat di Bancaixa,
il 20 gennaio 2003, e l'incendio di una gru, il 23 maggio dello stesso
anno, un giorno prima dell'invio del pacco-bomba.
Imputati anche della collocazione di un ordigno incendiario il 1
aprile 2003 presso l'Instituto de Formación Profesional El Cabanyal di
Valencia.
Secondo il pubblico ministero, i due imputati sono attivisti anarchici
legati ad un "nucleo di libertari", connessi tra loro attraverso
l'infrastruttura dell'Ateneo Libertario El Cabanyal di Valencia e del
Centro Social Alternativo (CSA) Malas Pulgas.
"Entrambi erano d'accordo sul ricorso ai mezzi violenti per il
conseguimento dei propri fini" dichiara il magistrato, anche se non
risulta che gli imputati "facessero parte di un gruppo determinato e
organizzato finalizzato a sovvertire l'ordine costituzionale e ad
alterare la pace pubblica."
In totale la procura richiede per A. C. G.: 123 anni di carcere per il
pacco-bomba di Valencia ed altri 9 anni per 3 episodi di
danneggiamento da incendio. Per E. A. S. viene richiesta una condanna
a 9 anni di carcere per 3 episodi di danneggiamento da incendio.
Inoltre il pubblico ministero sollecita che l'imputata A. C. G. debba
esser condannata ad indennizzare con più di 129.000 euro le persone
che hanno subito danni per l'esplosione del pacco-bomba alle poste.
Richiesto anche l'indennizzo, stavolta per entrambi gli imputati, di
77.000 euro per i danni provocati dai 3 ordigni incendiari.

Mer, 07/10/2009 – 11:45
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