Torino - Fuga di notizie (e non solo) dal Cpt.
31 Marzo Dopo aver tergiversato un po’, questa mattina, la questura è stata
costretta ad ammettere la fuga di ieri sera dal Cpt di Torino, mentre
fino ad ora aveva parlato soltanto un “maldestro tentativo di
evasione”. I poliziotti hanno anche comunicato che cinque degli evasi
sono stati pescati nelle ore successive nei dintorni del Centro e
riportati nelle gabbie. Ovviamente i funzionari hanno dimenticato di
divulgare un piccolo particolare: come da tradizione, gli evasi hanno
pagato il proprio amore per la libertà con un bel pestaggio. I conti,
comunque, non tornano. Due degli evasi sono ancora liberi, in culo
alle gabbie e alla questura.
Ascolta una diretta con un recluso del centro di corso Brunelleschi.
Ascolta la sua coscienza di sfruttato totale (”crocerossini, senza di
noi voi non lavorereste”, “è tutto un business”) e la sua voglia di
libertà e la chiarezza sui metodi per riconquistarla (”gli scioperi
della fame non servono, servono cose più efficaci”, “ci saranno altri
tentativi”). Sempre, ovviamente, su Radio Blackout 105.250.
http://www.autistici.org/macerie/?p=14493
30 marzo. Fuga di notizie,e non solo, dal Cpt di Torino. Verso le 8 di sera, al termine di una giornata tesa con nuovi atti di autolesionismo e proteste contro l’estensione del tempo di permanenza, 5 o 6 ragazzi detenuti sono riusciti a scappare, addirittura dal cancello principale lasciato inavvertitamente aperto dalle guardie, mentre venivano portati alla “terapia”. Inutile attendere conferma da fonti “ufficiali” come giornali, questura o croce rossa: queste cose succedono molto più spesso di quanto si sappia, e vengono tenute nascoste un po’ per evitare brutte figure, ma soprattutto per far credere che la fuga sia tecnicamente impossibile, una follia. E invece no: ancora verso mezzanotte le strade attorno al centro erano pattugliate incessantemente, ed evidentemente invano, da volanti a passo d’uomo. Bypassando questi controlli, qualche amante della libertà in vena di scherzi è perfino riuscito ad accendere la miccia di una confezione di fuochi d’artificio, illuminando così le facce sorridenti dei reclusi, e quelle esterrefatte dei poliziotti che non riuscivano proprio a far tornare i conti.
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