Ulteriori aggiornamenti sull'operazione "Nottetempo"
Il 25 gennaio si è tenuta un'altra udienza del processo agli anarchici leccesi.
L'ennesima sfilata di testimoni dell'accusa è servita a sgretolare ancor di più il castello incriminatorio e a far comprendere meglio come tutto sia stato costruito a tavolino.
I vari testimoni non ricordano quasi niente dei fatti che gli vengono chiesti, ma ricordano benissimo i nomi degli imputati. Si è distinta la testimonianza del capo della digos torinese, Petronzi, chiamato a parlare del bollettino tempi di guerra, il quale ha distinto gli anarchici tra coloro che condividono l'azione diretta e coloro che non la condividono, e quindi rispettivamente cattivi e buoni. Su domanda dell'accusa ha specificato che l'occupazione di un ufficio pubblico è già azione diretta.
La situazione rimane pesante, con una atteggiamento molto rigido nei confonti di imputati e avvocati.
Prossima udienza 8 febbraio.
Anarchici salentini
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