Report della 2° udienza del maxi-processo al movimento fiorentino

10 Marzo 2014, seconda udienza del processone al movimento fiorentino. Va in scena, nell’aula bunker di Piazza Ghiberti, l’esame dei capi di accusa da parte del PM Coletta. Gli oltre settanta capi di accusa nei confronti di 87 imputati e imputate verranno esaminati nel corso delle udienze che si svolgeranno il 21 e 31 marzo, 4 e 11 aprile, 20 e 27 giugno.

Il primo episodio esaminato dall’accusa è stato il blocco della tramvia GEST di Firenze per protesta contro la possibile apertura di un CIE in Toscana, nella giornata di lotta dei migranti il 1 marzo 2010. Si è poi passati al danneggiamento di nove bancomat nel maggio 2010 e all’occupazione di uno spazio comunale da parte del progetto “Luna Distro”.

L’udienza è iniziata con una prima nota positiva: il ritiro a sorpresa di Ilario Palmisani, fascista di Forza Nuova dal gruppo delle costituzioni come parte civile. Speriamo sia il primo di una lunga serie!

Davanti al tribunale sono sfilati i testimoni dell’accusa, che hanno raccontato le loro versioni con poca convinzione. Le accuse per il blocco della tramvia ruotano attorno a un’impronta digitale su uno striscione, che l’autista del tram presente in aula ha dichiarato di non ricordare. I testimoni del RIS dei Carabinieri hanno dichiarato di aver analizzato con dovizia di particolari l’impronta, per poi rivelare che è stata scelta in mezzo a quelle di altre 49 persone ugualmente indicate come sospette dal software di comparazione “CAPFIS” del RIS di Roma.

Poi è stata la volta dei funzionari DIGOS di Firenze Chirico e Mazzei, che hanno descritto con un tripudio di fermi immagine gli episodi dei bancomat e di Luna Distro. Sono scivolati però sulla sostanza delle accuse, tutte basate sulle loro ricostruzioni e su identificazioni soggettive.

L’evidente assenza di fatti “gravi”, tali da giustificare un processo di questa portata celebrato nell’aula più blindata del tribunale, è stata goffamente colmata da parte dell’accusa con un lungo elenco di episodi estranei al processo, genericamente attribuiti al movimento antagonista fiorentino. Evidentemente nemmeno i settanta capi d’imputazione portati a processo sono sufficienti a provare una presunta “pericolosità sociale” degli imputati. I difensori Poli e Sabattini hanno fatto notare l’uso strumentale di queste informazioni: alcune facevano riferimento a episodi che hanno già visto l’assoluzione degli imputati in altri processi; altre, come nel caso della presunta occupazione di “Luna Distro” in piazza delle Cure, sono state ricostruite in modo fazioso e impreciso da parte della DIGOS.

In contemporanea fuori dal tribunale si è svolto un presidio con conferenza stampa del Movimento di Lotta per la Casa di Firenze in solidarietà con gli imputati, che ha rilanciato la manifestazione nazionale contro la repressione delle lotte sociali il 15 marzo prossimo a Roma.

A questo link il comunicato dei compagni e delle compagne sotto processo del Movimento di Lotta per la Casa.