Violento sgombero alla nuova occupazione

da  firenzedalbasso.org
Apriamo le porte del diritto all’abitare“: nell’ultima settimana questo slogan ha fatto il giro del paese, da Torino a Roma, da Bologna a Firenze. Quello che è successo questa mattina alla nuova occupazione di viale della Toscana 23 dimostra invece che l’intenzione delle istituzioni è sempre quella di chiudere le porte in faccia alle persone che vivono la crisi.
Ieri mattina 48 nuclei familiari organizzati nel Movimento di Lotta per la Casa avevano aperto le porte di uno stabile inutilizzato da alcuni anni, di proprietà di una grande immobiliare con un capitale milionario. Stamani, verso le nove, sono arrivati a sgomberarlo 30 agenti della digos e 9 camionette della celere.
Ci sono dei bambini!” si sente gridare, nei video che circolano in rete, dai solidali accorsi sotto l’occupazione. Gli agenti, infatti, non si sono fatti scrupoli a strattonare uomini e donne con bambini in braccio sul cornicione del tetto dell’immobile per intimargli di scendere. La resistenza delle famiglie è stata coraggiosa e determinata, ma ha dovuto far fronte a una vergognosa violenza poliziesca. Una ragazza, dopo essere stata strattonata via e apostrofata come “puttana”, è stata perquisita da un poliziotto di sesso maschile e le sono stati presi i documenti, che poi non le sono più stati resi. Gli agenti che, dopo circa un’ora, sono riusciti a raggiungere la parte superiore del tetto con la collaborazione dei pompieri, hanno minacciato le famiglie di togliere loro i bambini se non fossero scese e promesso loro un incontro con l’amministrazione comunale se l’avessero fatto. I solidali che hanno provato ad avvicinarsi all’occupazione sono stati bloccati da un cordone di celere, che ha addirittura impedito il passaggio di borse di cibo per i bambini sgomberati.
Dopo ore di richieste a gran voce che qualche rappresentante del Comune di Firenze si prendesse la responsabilità di quanto avvenuto, i servizi sociali si sono presentati per proporre una “soluzione” ridicola alle famiglie: 5 posti letto temporanei in una struttura di accoglienza, a fronte di 48 nuclei familiari sgomberati. Le famiglie hanno rifiutato in blocco questa proposta offensiva: “se toccano uno toccano tutti” significa anche che le soluzioni o sono per tutti o non saranno mai accettate.
Anche dopo essere state buttate fuori dall’edificio le famiglie hanno continuato a farsi sentire per il quartiere, con interventi al megafono che hanno raccolto la solidarietà delle persone e un corteo che si è fermato di fronte ai cancelli del Quartiere 5.
La giornata di lotta è continuata nel tardo pomeriggio con una manifestazione nel centro storico: “ci sgomberano le case? Dalla periferia veniamo a riprenderci il centro!“. La manifestazione è stata circondata da cordoni di celere che hanno impedito ai partecipanti di muoversi. La situazione surreale di una piazza addobbata a festa accanto a decine di poliziotti e carabinieri non ha impedito alle famiglie sgomberate e ai solidali di riaffermare la propria dignità, e la volontà di conquistare con la lotta i diritti che vengono quotidianamente negati dalle istituzioni, con numerosi interventi in varie lingue.