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MUMIA ABU JAMAL 07/05/2004
ALT

La storia di Mumia Abu-Jamal a due settimane dall'anniversario della sua nascita

Il 9 dicembre del 1981 Mumia Abu-Jamal, attivista delle Pantere Nere viene arrestato con una pretestuosa accusa di omicidio a Filadelfia.
Il 24 aprile 1954 nasce a Filadelfia Mumia Abu-Jamal, militante e fondatore delle Pantere Nere. Nella sua vita viene arrestato piu' volte durante attivita' antirazziste nello stato della Pennsylvania.
La prima volta e' a 14 anni, alla fine di una manifestazione contro un politico ultra razzista George Wallace. Un anno dopo viene schedato dall'FBI per aver cercato di far cambiare il nome della sua scuola in "Malcom X". Per il suo lavoro di giornalista radiofonico riceve parecchi premi e viene soprannominato "la voce dei senza voce".
E' licenziato nel 1978 perche' appoggia la comunita' e il fondatore di MOVE. Il 9 dicembre del 1981 Mumia, svolgendo il suo nuovo lavoro di tassista, vede un gruppo di poliziotti che malmenano un nero. Cerca di intervenire, ma viene colpito all'addome e rimane a terra. Nerll'aggessione muore un poliziotto, Daniel Faulkner, colpito da una calibro 38. Mumia viene arrestato e accusato dell'omicidio.
Ha addosso una calibro 44, e i pochi testimoni (due prostitute) dopo aver subito pressioni dalla polizia per dare falsa testimonianza diranno infine che l'uomo che ha sparato al poliziotto non era Mumia.
Le due testimoni hanno cambiato spesso versione, dando per esempio identikit diversi, fino a che non hanno dichiarato di aver subito minacce dai poliziotti per accusare l’attivista delle Pantere Nere. Oltre tutto nel processo non sono state effettuate ne la perizia balistica ne' il rilevamento di impronte digitali. Ma nel luglio del 1982 Mumia Abu-Jamal viene condannato a morte. Una grande mobilitazione internazionale ha impedito l'esecuzione. Il 18 dicembre 2001 la sentenza di Mumia e' stata provvisoriamente sospesa, ma questa potrebbe essere nuovamente resa esecutiva.
L'8 ottobre del 2003 la Corte Statale ha rigettato gli ultimi appelli di Mumia e sono stati rinviati a livello federale. La vita dell'attivista nero rimane quindi in pericolo.
Mumia e’ divenuto il simbolo della lotta alla pena di morte e al razzismo.
Dalla sua cella (grossa come un bagno) continua la sua battaglia scrivendo libri e facendo interventi radiofonici se la corte statale non glielo impedisce.

[ mumia.org | freemumia.com | mumia2000.org | freemumia.org ] | Mumia sul 20 marzo, contro la guerra in Iraq ]
TORTURA 05/05/2004
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Chi ha detto che l'inquisizione è finita?

Si va sempre di più verso uno stato di polizia. E' stato approvato infatti, all'interno della legge sulla tortura l'emendamento che la depenalizza, se non reiterata; una legge che riporterebbe la nostra legislazione indietro al tempo del ventennio, e che di fatto lascia mano libera a militari e forze dell`ordine nello svolgere gli interrogatori. In realtà sembra si tratti della legalizzazione di una prassi che, per quanto vietata ufficialmente a livello internazionale, rimane pratica diffusa tra le truppe di occupazione e le forze di polizia dei paesi di tutto il mondo.
L`elenco degli Stati che applicano o lasciano applicare la tortura è lunghissimo, dalla Turchia a Israele, dall`Egitto al Pakistan, dalla Russia alla Cina, passando per le scuole di addestramento [2] che ancora esistono in Argentina e gli interrogatori della polizia spagnola nei paesi baschi, per finire alle condizioni in cui versano i prigionieri nella base americana di Guantanamo o in quella segreta israeliana 1391. Ma, come spesso accade, non è necessario espatriare per trovare casi molto simili. Basti ricordare quanto accaduto nella caserma Raniero a Napoli, dopo il global-forum, o in quella di Bolzaneto a Genova, durante il G8, così come in quelle occasioni in cui si finisce alla mercé degli aguzzini in una caserma, in carcere o in guerra. In quest'ultimo caso come non ricordare le nefandezze compiute dalle truppe Italiane, soprattutto in Somalia.
Da sempre la tortura, poco importa se psicologica o fisica, è il sistema migliore per ottenere informazioni e confessioni inesistenti o semplicemente per vendicarsi annientando l'individualità del prigioniero fino a considerarlo alla stregua di un oggetto. Un triste scenario che sembra ripetersi senza fine, come traspare anche dalle ultime foto [ 1 2 3 ] riguardanti l'operato delle truppe di occupazione americane in Iraq.

[ Rapporto Crocerossa || U.S. Army report on Iraqi prisoner abuse || Dossier Torture in Iraq || Aguzzini in appalto ]

[ Tecniche di interrogatorio || Kubark manual || School of Americas ]

[ A lesson in depravity || The Stanford Prison Experiment || Guerra contro la mente ]
REPRESSIONE 21/04/2004

Processo Marini: ultimo atto

"In Italia ci sono anarchici condannati per rapina, anarchici condannati per sequestro, anarchici condannati per attentati. E ci sono anarchici che si trovano ancora in libertà, ma che si ostinano a fare giornali, scrivere ai detenuti, organizzare iniziative, occupare case vuote, ed altro ancora.
Ecco, il modo per punire definitivamente i primi e sbarazzarsi dei secondi, è di incriminarli tutti assieme per “banda armata”, e far pesare su tutti quei reati che prima erano stati contestati solo ad alcuni." (Canenero)
L'inchiesta Marini, che ha avuto inizio nel 1994 con l'arresto di cinque anarchici, accusati di aver rapinato una banca, si è basata su un castello accusatorio costruito ad hoc, in seguito alle accuse di figure marginali, che sotto pressione psicologica decidevano di "pentirsi e collaborare", e con la creazione di una banda armata eversiva inesistente, la famigerata ORAI (Organizzazione Rivoluzionaria Anarchico Insurrezionalista) .
Con la sentenza di terzo grado, del 20 aprile, oltre a quelli già incarcerati, gli anarchici condannati a piede libero sono: Lo Vecchio Angela Maria (Marina) anni 15, Alfredo Bonanno anni 6, Orlando Campo anni 10, Carlo Tesseri 3 anni e 9 mesi.
E' stata riconosciuta l'accusa di banda armata 306cp, e associazione sovversiva 270 cp per reati commessi fino al 1991 a: Francesco Porcu, Orlando Campo, Gregorian Garagin, Rose Ann Scrocco e Angela Maria Lo Vecchio.
Con sorprendente velocità, ad appena 16 ore dalla sentenza, Alfredo M. Bonanno è stato arrestato a Trieste.

Resoconti delle udienze:
sentenza di primo grado
secondo grado
terzo grado
Il ROS è nudo: come si fabbrica un'inchiesta giudiziaria
REPRESSIONE 17/02/2004

Ancora perquisizioni!!!

Ancora una volta perquisizioni.
Quarantasei persone colpite tra Viterbo, Rieti, Frosinone, Latina, l'Aquila e Roma.
Le perquisizioni fanno seguito ad un vertice, tra diverse Procure, che si e' svolto ieri a Roma, a proposito delle indagini sugli anarco insurrezionalisti. Nel vertice gli inquirenti ritengono "di avere individuato un vero e proprio livello associativo formato da persone che si frequentano e tra cui avviene una interazione stretta e continuativa ispirata da un'ideologia comune".
È ovvio notare che un qualsiasi gruppo, sia esso di amici, politico o aziendale in genere agisce con intenti comuni. L'accusa portata avanti dal Pubblico Ministero, Franco Ionta, in questo caso è però di associazione sovversiva (art. 270bis), da sempre usata per montature politiche. Anche in questa occasione, infatti, come in altri recenti fatti, sembra palese l’intento denigratorio da parte degli apparati repressivi dello stato, nei confronti di realtà antagoniste.
Ed infatti sono arrivate puntuali le dichiarazioni di A.N. che, per mezzo del presidente del Dipartimento Sicurezza della federazione di Roma e del Lazio, Piergiorgio Benvenuti, ha chiesto oggi che "vengano controllati e censiti i centri sociali della Capitale".
La notizia della perquisizione al centro sociale Torre Maura di Roma è stata diramata alle agenzie ancora prima che questa avvenisse: un atteggiamento, da parte della procura, volto ad ottenere il massimo di visibilità all'operazione. Allertate infatti tutte le televisioni locali.
Il racconto della perquisizione fatto da uno degli operatori di una tv privata.

Altre corrispondenze audio: testimonianza da un compagno di "avamposto degli incompatibili" | un compagno di montefiascone | occupante di torre maura
UNA CREPA NEL SILENZIO 18/02/2004
ALT

Il calendario evaso

Come già l’anno scorso, alcuni detenuti del carcere di Nuoro avevano progettato di produrre un calendario con i disegni satirici di uno di loro, accompagnati da alcune vignette di Vauro al quale avevano chiesto di contribuire all'iniziativa. Ma l’idea non è piaciuta al direttore del carcere, Paolo Sanna, evidentemente convinto che qualunque attività possa ridurre le pene della detenzione vada impedita ed anzi punita. Infatti, non solo la produzione del calendario è stata bloccata, ma scanner e stampante sono stati prontamente sequestrati dalla direzione della casa di pena ed ai detenuti coinvolti nell’iniziativa è stata ridotta la possibilità di accedere alla sala computer. Recentemente, in un’intervista rilasciata ad una radio, Paolo Sanna sembrava intenzionato a fare marcia indietro ed aveva lasciato intendere di voler permettere ai detenuti la stampa del calendario. Ma, ed è notizia di questi giorni, il magistrato di sorveglianza, Andrea de Magistris, appellandosi alla circolare DAP n.8928/01, ha ritenuto valide le motivazioni addotte dal direttore del carcere per bloccare l’uscita del calendario, giustificandole con la “necessaria regolamentazione” delle attrezzature del carcere. In carcere le giornate sono lunghe e impedire che siano scandite da un calendario che possa strappare un sorriso o anche solo un ghigno è veramente una stupida vessazione.

Conferenza stampa per presentare la campagna in solidarieta' con i detenuti del carcere di Nuoro. [ascolta lo spot]

Scarica e stampa il calendario dei detenuti di Nuoro curato da Odio il carcere(formato pdf)
Scarica e stampa il calendario dei detenuti di Nuoro curato da Su Gazetinu(formato pdf)
Leggi le lettere scritte dai detenuti [1] [2]
Firma la lettera aperta al Direttore della Casa Circondariale e di Reclusione di Nuoro, Paolo Sanna

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