5 ottobre: gli studenti tornano in piazza, corteo ore 9 da ss.annunziata

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Il 5 ottobre ci sarà il primo corteo studentesco dell’anno, convocato sia dalla Rete dei Collettivi Studenteschi Fiorentini che dai collettivi universitari come il Collettivo Politico di Scienze Politiche, il Collettivo d’Agraria e il Collettivo di Lettere e Filosofia.

Di seguito i comunicati:

Le lotte degli anni ’60 e ’70 hanno portato al miglioramento della condizione studentesca italiana. Nell’immediato seguito il potere, dopo esser stato costretto ad effettuare queste concessioni, ha avviato un lento processo di sgretolamento delle conquiste raggiunte, aprendo una vera e propria guerra al diritto allo studio.

Di anno in anno nuove riforme ci portano sempre più col culo per terra; Moratti, Fioroni, Gelmini, Profumo, tutti con lo stesso obiettivo: la distruzione della scuola pubblica.Nel quot

idiano scolastico che viviamo, molte sono le riflessioni da fare su questa scuola che più che fonte di istruzione e creazione di coscienze critiche, sembra essere un laboratorio di trasformazione da ragazzo ad automa.

La bellezza del pensiero si manifesta nell’abilità di collegare e confrontare ciò che vediamo e conosciamo, abilità che dovrebbe essere coltivata anziché ostacolata da uno studio nozionistico. La curiosità innata che è dentro di noi viene soffocata dal voto, metro di giudizio e realizzazione dello studente, e dalla competizione, che nasce inevitabilmente con gli altri compagni. Gli ormai reintegrati esami di riparazione, non sono altro, che il frutto del meccanico pensiero di chi vede la scuola come” un ospedale che cura i sani e manda a casa i malati”.

Vogliamo una scuola come contesto dove poter arricchire le nostre conoscenze e sviluppare la capacità intellettiva e non “un’azienda” che ci prepari a una vita di repressione e sfruttamento.In ambito universitario, le condizioni non migliorano, le tasse di iscrizione aumentano di anno in anno mentre le iscrizioni diminuiscono, ed i libri raggiungono ormai prezzi spropositati. Gli studenti si vedono costretti a sacrificare approfondimenti e curiosità, inseguendo il necessario per affrontare gli esami; rimanere indietro significa altri soldi da sborsare. E’ principalmente sull’università che si concentra la riforma del nuovo ministro dell’istruzione Profumo, basata sulla meritocrazia ( ovviamente di chi dice quel che vogliono sentirsi dire), e che preferire chi già in partenza avrà i migliori strumenti socio-economici, ma che non rimarrà comunque indifferente al mondo scolastico.

La riforma prevede, in base ai criteri prima elencati;

– L’INTRODUZIONE DEL PREMIO “STUDENTE DELL’ANNO”

cassa di risonanza per i concetti di competizione e arrivismo, instaurando sempre più una mentalità aziendale.

– LA CREAZIONE DI UN PORTFOLIO ( CURRICULUM VITAE)

che descriva, giudichi e classifichi il percorso scolastico degli studenti fin dai primi anni di studio.

– ULTERIORI TAGLI ALL’UNIVERSITA’

ormai ridotta in macerie, con l’istituzione di due differenti università dividendo gli studenti in classi in base al reddito

– TAGLI ALLE BORSE DI STUDIO

impossibilitando gli studenti con basso reddito al proseguimento degli studi

- INSERIMENTO DI TEST PSICOATTITUDINALI E VALUTATIVI AI TEST D’INGRESSO

già introdotti nelle numerose facoltà con numero chiuso

“Merito”, “competitività”, “eccellenza”, performance”, appaiono ossessivamente nel testo di legge, con il chiaro obiettivo di creare nuova forza-lavoro disciplinata e docile.

Le iscrizioni ai licei diminuiscono, mentre i tecnici e i professionali si riempiono, fenomeno che crea inevitabilmente il così detto sovraffollamento. Questo non è altro che il sintomo della pressione posta dai genitori verso i propri figli, consapevoli che con un diploma liceale, e senza laurea, un giovane non ha niente per le mani, come biasimare un genitore che agisce in tale modo? Le speranze di una vita migliore per i figli sono però vane, la situazione lavorativa non smette di peggiorare ed aumentano le chiusure degli stabilimenti lavorativi, lasciando senza lavoro decine di migliaia di persone, i padroni che scappano con i “quattrini”, lasciando i dipendenti alla disperazione e la disoccupazione.

Tagli dei fondi pubblici e al sociale , aumento dell’IVA, privatizzazioni, aumento dell’età pensionabile, riduzione dei salari e aumento del costo della vita, questa la soluzione che il governo di banchieri dà, per uscire da questa ennesima crisi. Sacrifici per il bene del paese e di tutti, ci chiedono, ma sacrifici per il loro profitto e benessere ci portano realmente a fare. Questa crisi non appartiene a noi, questo debito non è nostro e non sta a noi ripagarlo.

Ciò che si sta delineando è un conflitto che non possiamo ignorare, sia all’interno di scuola ed università, che in ogni altro aspetto coinvolto nella nostra vita. E’ necessario bloccare il meccanismo di isolamento sociale, che in periodo di crisi siamo portati automaticamente ad aumentare, dobbiamo essere solidali fra noi e contrastare gli attacchi che il potere ci lancia quotidianamente. Dobbiamo reagire attivamente, dobbiamo fargli presente che ci siamo e che non possono fare a modo loro, una società migliore e una vita migliore sono possibili, è il momento di scendere in piazza per manifestare il nostro dissenso.

I DIRITTI NON SI MERITANO, SI CONQUISTANO!

PER UNA SCUOLA E UN’UNIVERSITA’ CHE NON SIANO ASSERVITE ALLE LOGICHE DI MERCATO

Rete dei Collettivi Studenteschi Fiorentini

5 ottobre: CORTEO STUDENTESCO

Il 5 ottobre a Firenze, come in molte altre città italiane, scenderanno in piazza gli studenti delle scuole medie superiori per inaugurare un autunno che speriamo possa far esplodere le centinaia di contraddizioni che durante questi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, infiammano la penisola e l’Europa intera.

Come studenti universitari, non possiamo che appoggiare e sostenere l’iniziativa della Rete dei Collettivi di protestare contro l’impostazione della gestione Profumo in ambito scolastico, tutta incentrata sui dogmi del merito e della competitività, sventolando premi per gli studenti “migliori” (ma secondo quali parametri?) e tablet nelle scuole (mentre nelle aule mancano gli strumenti più essenziali, dalla carta igienica alla cancelleria).

Non era necessario essere dei meteorologi per prevedere in che direzione sarebbe tirato il vento del nuovo governo “tecnico”: tagli ai fondi, mercificazione del sapere, asservimento dell’istruzione ai bisogni del mercato, precarizzazione della classe docente, divisione in scuole ed atenei di serie A e serie B.

Riconoscendo il ruolo della formazione primaria e secondaria nella dequalificazione dell’istruzione universitaria, riteniamo importante scendere in piazza il 5 Ottobre, in previsione della costruzione di una mobilitazione più ampia che possa portare anche gli studenti universitari nelle piazze.

Questi ultimi provvedimenti si configurano come l’ennesimo tassello di un più ampio disegno ideologico classista: oltre alle misure stabilite dai ministri Gelmini e Tremonti che decretano, già da quest anno, una diminuzione del 95% dei finanziamenti statali alle borse di studio, le mosse del governo Monti prevedono, per questo e per i prossimi anni, un aumento generalizzato delle tasse universitarie e non solo.

Infatti la spending review, il decreto ministeriale 68/2012 e lariforma Profumoprevedono sul piano formale un aumento delle rette universitarie dal 25% al 100% per i fuoricorso e gli studenti extracomunitari e delle tasse regionali per il diritto allo studio che verranno portate a 140 € annui per tutti gli atenei (Campania :aumento del 126%, Toscana: aumento del 43%); infine, in diretta continuità con le logiche dei governi precedenti di aziendalizzazione dell’istruzione universitaria, viene portata a termine l’interiorizzazione del criterio di “merito” e “produttività” nella carriera studentesca.

Se “meritocrazia” vuol dire sottoporsi ad un disumano ritmo lezione-esami-tirocinio-tesi, sempre più impossibile da sostenere soprattutto per chi si mantiene agli studi, e se “produttività” significa asservire sempre più l’istruzione alle logiche del mercato (si selezionano gli studenti in base a quanti esami e tirocini hanno effettuato, rendendoci un futuro esercito di precari ricattabili), allora non possiamo che dire BASTA!

Rifiutiamo, infatti, questa retorica, che parte dalla demonizzazione del fuoricorso all’università e del bocciato nelle scuole: in un sistema offensivo verso qualsiasi idea di giustizia sociale ed uguaglianza di opportunità non esiste alcun merito, se non quello del cosiddetto “cash”.

Inoltre l’attacco al diritto allo studio passa anche per il diritto alla mobilità che in molte città italiane, e in particolare a Firenze, è sempre più compromesso: dal taglio delle linee di collegamento con le periferie, alla privatizzazione di ATAF, con il probabile aumento del biglietto a 1,50€, fino ad arrivare all’aumento degli abbonamenti ferroviari per i fuorisede.

Senza un adeguato supporto per gli studenti meno abbienti, fatto di borse di studio, di trasporto pubblico, di mense e residenze universitarie, non esiste alcun merito!

CONTRO IL “MERITO” DI ACCETTARE UN FUTURO PRECARIO E COMPETERE GLI UNI CONTRO GLI ALTRI!

PER UNA SCUOLA ED UN’UNIVERSITA’ CHE NON SIANO ASSERVITE ALLE LOGICHE DEL MERCATO!

I DIRITTI NON SI MERITANO, SI CONQUISTANO!

COLLETTIVO DI LETTERE E FILOSOFIA

COLLETTIVO POLITICO * SCIENZE POLITICHE

COLLETTIVO D’AGRARIA

 

 

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