Sanità in Toscana, morte annunciata per il modello pubblico

Un interessante articolo sul futuro della sanità toscana targata PD e, nello specifico, Enrico Rossi (ex assessore regionale alla sanità) e attuale governatore della regione. Un futuro che si preannuncia drammatico, basato su tagli ai posti letto, peggioramento delle condizioni ospedaliere e aumento dei costi per le cure.

In tre anni il sistema sanitario cambierà pelle: 7. 389 posti letto tagliati negli ospedali. Le Regioni che ad oggi presentano un numero di posti letto superiore a quello previsto dai nuovi standard, dovranno provvedere alla riorganizzazione ed al taglio. Viceversa il numero dei posti letto attuali fosse inferiore, le Regioni avranno la facoltà di aumentarli. 22 miliardi cancellati alla sanità spalmati nel triennio 2012-2014. Solo nel 2012 i tagli toccheranno i 4 miliardi di euro, in progressione nel 2013 la cifra salirà a 7, 5 miliardi ed arriverà a 10, 4 miliardi nel 2014. Tagli “sistemici” e non una tantum che cambieranno la fisionomia del sistema sanitario.

TAGLI IN CORSIA “OPERAZIONI BLOCCATE CI VEDIAMO TRA 2 MESI”

di Valerio Cattano per Il Fatto Quotidiano

Installazione di una protesi? Operazione per rimuovere un’ernia? Parola d’ordine, ripassare dopo la prima metà di gennaio. Succede nella regione Toscana, dove un tempo la sanità era modello inattaccabile. Ma non solo. Da Livorno a Milano, far quadrare i conti in base alle indicazioni della spending review diventa impresa improba. Ospedali di Livorno e Cecina: dal 3 dicembre saranno garantiti solo gli interventi d’emergenza; per il resto i pazienti saranno costretti ad attendere sino al 14 gennaio. A quanto sembra, l’esigenza è anche quella di far smaltire ferie arretrate al personale. Non è migliore la situazione a Lucca, dove la riduzione degli interventi programmati appare come rischio concreto, con allungamento dei tempi di attesa. “Accade tutti gli anni – spiega Monica Calamai, direttore generale dell’Asl di Livorno -, abbiamo solo anticipato una riduzione dell’attività complessiva anticipando i ritmi del periodo natalizio. Saranno mantenuti tutti gli interventi di urgenza e anche l’attività già programmata”.

La guerra quotidiana e il rischio default

“Una notizia che definirei curiosa, quella della “chiusura per ferie”, senza nemmeno fare un piano e ragionare sulle conseguenze – ribatte Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaoo, l’associazione dei medici dirigenti -: La verità è diversa. Era ipocrisia pensare che si sarebbero applicati i tagli alla sanità senza variare la qualità dei servizi. Ora assistiamo a questo dilazionare gli interventichirurgicinonurgenti, manovragrazieacuisivuolmetterein atto un tentativo disperato di evitare un default. Ma qui siamo dinanzi ad un bollettino di guerra, da Alessandria sino alla Sicilia. A partire dall’anno prossimo tutte le regioni saranno in queste condizioni, non solo la Toscana”.

Insomma, per far quadrare i conti la scelta è quella di spostare gli interventi chirurgici programmati per dicembre al prossimo anno, così da mettere a posto il bilancio contabile. Per esempio, in Toscana l’intento è recuperare quasi 70 milioni di euro. “Se fosse vero quanto si dice circa alcuni presunti inviti ai primari toscani a operare di meno a dicembre e a rinviare gli interventi al prossimo anno per contenere la spesa corrente – ha detto all’AdnKronos Salute Lucio Barani, capogruppo Pdl in commissione Affari sociali della Camera – la cosa sarebbe di una gravità assoluta. Tali manovre sarebbero in palese violazione del diritto alla salute costituzionalmente tutelato”.

Sanità privata, rimborsi con il contagocce

Di liste d’attesa lunghe chilometri, che con una politica di sospensione di interventi diventeranno ancor più imponenti, si è occupato il Tribunale dei diritti del Malato, organismo di Cittadinanzattiva, nel XV rapporto Pit Salute, basato su 26 mila segnalazioni dei cittadini registrate nel 2011. Il documento è stato presentato il 15 novembre: non è un caso che sia stato intitolato “Servizio sanitario nazionale e cittadini: lo Stato (A) Sociale”; i reparti di Pronto soccorso hanno carenza di personale, le difficoltà per ottenere un ricovero sono aumentate notevolmente a causa del taglio di 20. 000 posti letto, e si raggiungono veri e propri record in negativo come nei casi di otto mesi per un intervento alla tiroide e sedici per una plastica ricostruttiva. A Milano la musica è la stessa. Se ci si rivolge per un intervento di routine all’Istituto Auxologico, si scopre che non c’è una data disponibile nell’immediato: la questione è rimandata a gennaio causa risparmi in corso. E poi chissà. Ma se la situazione si fa grave, se i rischi ventilati diventano concreti? In quel caso la speranza di essere operati si fa più solida. Come dire che in ospedale si deve già arrivare in barella per essere presi in considerazione. Altrimenti c’è la sanità privata. Ma anche qui non sono rose e fiori. Gli istituti privati e le cliniche convenzionate hanno già superato il tetto di spesa ad inizio del mese; la Regione Lombardia non rimborsa più un centesimo.

All’isola d’Elba intanto non si ferma la protesta contro i tagli alla sanità

Da dieci giorni 7 degli 8 sindaci dell’isola hanno occupato un piano dell’ospedale per manifestare contro la previsione di una riduzione della chirurgia. Il sindaco di Portoferraio, città capoluogo, Roberto Peria si è dimesso 10 giorni fa. Accanto ai sindaci c’è il presidio di decine di cittadini. Venerdì scorso c’è stata una manifestazione: in piazza 7000 persone, quasi un quarto della popolazione residente. All’Elba l’ultimo taglio annunciato riguarda il reparto di chirurgia. Per un appendicite gli elbani sarebbero costretti ad andare in continente. In pronto soccorso ci sono solo un medico e un infermiere: se arrivano due codici rossi uno di loro deve aspettare. “Come si può rianimare un paziente in queste condizione?” racconta un medico. Non esiste la terapia intensiva. Medicina è un reparto unico dove uomini e donne convivono nello stesso corridoio. Chiusi ortopedia e psichiatria. Tagli delle guardie mediche.

All’isola d’Elba sono gli unici in Italia ad essere sotto i parametri previsti dalla spending review: avrebbero diritto a 150 posti letto ne contano poco più di 70 e l’Asl prevede di arrivare a 50. Sul tetto dell’ospedale, da quest’estate, atterra l’elicottero per i casi urgenti. “Ma se piove e tira vento con l’infarto si muore perché non si va da nessuna parte ” commentano i cittadini. “D’inverno siamo 30. 000, d’estate superiamo le 250. 000 persone, siamo la seconda città toscana più visitata”.

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