Colpi di coda del “diritto allo studio”

Svuotare la nave che affonda con un cucchiaino. Questa purtroppo sembra essere l’immagine che traspare dai provvedimenti dell’amministrazione regionale dell’università. E non tanto per l’entità dei tagli imposti a livello nazionale (oltre 500 milioni) o per gli ancor più ingenti interventi che richiedono gli studenti. Sembra piuttosto l’impostazione generale dall’università a non lasciare scampo. Sacrificata da anni l’idea di una cultura a tutto tondo che sviluppasse le capacità individuali e collettive degli studenti in favore di un insieme di nozioni da spendere sul mercato del lavoro, oggi anche questo modello di università sembra essere messo in dubbio dalla crisi. E così in tutta Italia si registra diminuzione dell’iscrizione e sempre meno fiducia in questo sistema.

Così le iniziative messe in campo dalla regione, con l’aumento di posti letto, pasti e borse di studio, per quanto possa contenere anche punti (se realmente verranno attuati) notevoli, resta comunque effimero senza proposte che mirino a rivoluzionare dalle fondamenta il concetto di università.

 

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