Le primarie del nulla: sempre meno votanti e nessun contenuto politico

Ci vorrà il secondo turno per decidere quale sarà il leader della coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni primaverili. Come preannunciato alla vigilia, la sfida di domenica prossima sarà tra il segretario del Pd, Pierluigi Bersani (risultato il più votato al primo turno con il 44,9% dei consensi) ed il sindaco di Firenze, Matteo Renzi (giunto secondo con un distacco di oltre nove punti percentuali). La lentezza nello scrutinio ha fatto giungere i risultati ufficiali delle primarie a quasi ventiquattro ore di distanza dalla chiusura degli improvvisati seggi, ma nonostante questo sui principali media già dal pomeriggio di domenica, proprio mentre erano in corso le operazioni di voto, si potevano trovare articoli con toni entusiastici per la straordinaria partecipazione popolare.

Noi non siamo però proprio concordi con molte note firme del giornalismo nostrano, anche perché di fronte ai numeri non è sempre semplice mentire.  I votanti alla fine sono stati circa 3 milioni e 100 mila. Un dato in netto calo se confrontato con quelli del 2005 quando vinse Romano Prodi (4,3 milioni) e del 2007 quando la contesa sorrise a Walter Veltroni (3,5 milioni). Per evidenti ragioni i dirigenti democratici hanno quindi preferito raffrontare la partecipazione odierna con quella delle primarie del 2009, parlando a tal proposito di una sostanziale tenuta. Proprio così, perché anche in quell’occasione i votanti sono stati circa 3 milioni e 100 mila. Peccato che nessuno ricordi per cosa si votasse: la nomina del segretario del Pd. Una contesa quindi spazialmente più ristretta (soltanto gli elettori del Partito Democratico erano direttamente interessati) e politicamente meno rilevante. Per questo chi parla di straordinaria partecipazione democratica mente sapendo di mentire.

Una seconda riflessione la meritano i dati relativi alla Toscana, dove stravince Matteo Renzi, che conquista la maggioranza assoluta dei voti. Curiosità vi era anche per l’esito della consultazione nella città del Giglio. A Firenze città i votanti sono stati 57.466, per 57.366 voti validi. Renzi ha ottenuto 29.941 voti, ovvero il 52,19%, Bersani 18.491 voti (32,23%), Nichi Vendola 7.060 voti (12,31%), Laura Puppato 1.675 (2,92%) e Bruno Tabacci 209 (0,36%). L’affermazione del sindaco fiorentino, ovvero del candidato percepito come anti-apparato, chiara in gran parte delle regioni rosse, proprio cioè dove la macchina organizzativa del Pd è più forte, è francamente sorprendente. Che il gigante Pd (scusate l’ossimoro) abbia veramente i piedi di argilla?

Per approfondire: http://www.senzasoste.it/nazionale/primarie-sempre-meno-votanti-nonostante-l-iniezione-fatale-di-realta-aumentata

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