Solidarietà interspecifica: lezioni di convivenza da la Nazione
La Nazione ci regala questo articolo dove la notizia praticamente non esiste: dopo un aneddoto dai tratti quasi mitologici per il suo carattere esemplare, e la solita frecciata sul degrado in città, ci racconta la storia di vicini di casa che si parlano grazie alla mediazione di un cane:
«Questa solidarietà nei confronti del cane – ci ha raccontato la signora protagonista della vicenda – mi ha fatto scambiare per la prima volta qualche parola in più del solito buongiorno/buonasera con un vicino del palazzo accanto che come me esce sulla terrazza a ‘consolare’ il cane».
L’immagine del cane lasciato solo a casa ad ululare di tristezza perché il suo padrone va a lavorare sembra un po’ una metafora del profondo disagio di una società dove gli uomini vivono profondamente isolati nei loro appartamenti e alienati dal lavoro. L’impressione viene subito confermata dalla “testimonianza” della signora. L’aneddoto potrebbe pure essere inventato, ma è la sua verosimiglianza che conta, il fatto che di storie così, di persone che abitano vicine e che non si relazionano minimamente fra loro, ce ne sono infinite in ogni angolo di ogni città. Ed è questo che spinge i giornalisti a perdere il loro tempo nello scrivere un articolo del genere.