L’UE DICHIARA GUERRA ALLA BIODIVERSITA’


Non bastava ti dicessero chi “non votare”, cosa comprare, che valùta usare, da chi farti sfruttare, ora, caro amico, ti dicono anche cosa mangiare.
Con sentenza del 12 luglio, la Corte di Giustizia della UE ha confermato il divieto (legiferato già dal ’98, ma ribadirlo non fa mai male) di “commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo”

Vediamo precisamente cosa sono queste “varietà tradizionali e diversificate” e perchè non sarebbero adatte (secondo loro) ad essere commercializzate.
Appartengono alla dicitura sopra indicata tutte quelle sementi ad uso alimentare che non rispettano certi parametri qualitativi, come la percentuale di glucidi, di vitamine, di grassi etc., ma anche di peso, di forma e di colore.

Ma cosa conportano esattamente questi criteri discriminanti? «Implicano che le sementi siano pochissimo variate», risponde l’Ue «solo varietà ibride F1 o varietà lignee quasi cloniche rispondono a questi criteri. Tali criteri sono stati stabiliti al solo scopo di aumentare la produttività nelle prassi di agricoltura industriale».

Rischiano, infatti, di diventare fuori legge tutti quelle specie vegetali autoctone che da milioni di anni caratterizano la biodiversità alimentare europea, non solo, ma anche tutte quelle associazioni che si occupano della difesa degli alimenti considerati “primitivi”, come ad esempio le varietà selvatiche di grano, mais, farro, miglio etc.

Ma, chiaramente, non è finità qui, per iscrivere una varietà nel catalogo ufficiale, pagare non basta. Occorre che la specie in oggetto risponda ai criteri di «Distinzione, Omogeneità e Stabilità» (DHS), qualunque cosa ciò significhi.
Qualsiasi persona dotata di buon senso puo’ tranquillamente intuire quale sia l’obbiettivo di questa legge completamente al di fuori da qualsiasi raziocinio, rilanciare l’industria agricola con paramentri europei che portino ad avere un unico grano “europeo” buono e valido per ogni paese e palato, in modo da meccanizzare ancor di più un settore in crisi, producendo sempre maggior profitto, standardizzando i metodi di produzione, di trattamento, di impacchettamento e di consumo di milioni di persone.

Inutile dire come questa notizia sia stata particolarmente gradita al le multinazionali delle sementi, in primis l’italiana Assosementi che si dichiara soddisfatta e grata alla Corte Europea per questa pacca sulla spalla e sul portafogli.

Si puo’ intuire, senza aver troppa fantasia, cosa potrebbe provocare una massiccia omogenizzazione dei caratteri vegetali coltivati, riducendo  la variabilità delle specie si riduce di fatto le possibilità di resistenza ad un qualsiasi ceppo patogeno (virus, fungo o insetto che sia).

In nome del profitto e dell’abbattimento del costo del lavoro si preferisce avvelenare falde e cibi con pesticidi e diserbanti, contando su una variabilità ridotta al minimo che consente l’uso di macchine del tutto automatizzate, ma questa è storia vecchia.


Per Approfondire:

Mercoledì 12 Dicembre:

Iniziativa “GENUINO CLANDESTINO” @Aula Murales, Facoltà di Agraria di Firenze, Parco delle Cascine.


Ore 19:30 – Aperitivo clandestino

ore 21:00 – Iniziativa / Dibattito

Interverrà Giovanni Pandolfini di “Il Pagliao”(Fi) :gruppo di contadini autorganizzati della rete genuino clandestino.

http://www.autistici.org/campiaperti/genuino-clandestino/
http://genuinoclandestino.noblogs.org/


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