Big brother is watching you: il registro telematico nelle scuole

Destinati a combattere la natura o le istituzioni sociali, bisogna scegliere se formare un uomo o un cittadino: l’uno e l’altro insieme non si può.”         

          L’Emilio – Rousseau

La decisione delle scuole fiorentine di puntare sempre più su telecamere, cartellini da timbrare e il nuovo registro telematico per sapere in tempo reale se l’alunno è a scuola, sembra proprio indicare che si è preferito puntare sui cittadini. L’ultimo esempio è il Castelnuovo in cui a breve le informazioni su forche, giustificazioni e compiti in classe verranno monitorate dal software ScuolaNet.

Ma come era andato a finire l’interrogativo di Rousseau lo si sapeva già, ce lo siamo vissuti tutti in quelle cinque ore costretti dietro a un banco, chi ne è uscito e chi ancora gli tocca subirsele. Certo che si sarebbe potuto pensare a modi alternativi per rendere le scuole più interessanti, per formare UOMINI e DONNE, stimolando meglio la loro curiosità e la loro conoscenza. Si sarebbe pure potuto spendere i fondi dei registri telematici per stimolare gli insegnanti – spesso precari – e i bidelli, una decisione che avrebbe avuto effetti positivi anche sulle vite dei ragazzi. Ma una classe dirigente che considerasse le menti fuochi da accendere anzichè vasi da riempire rischierebbe di scottarsi.

Si è quindi proceduto privilegiando sgangherati insiemi di nozioni, che gli studenti (ma non solo, come mostrano i  recenti quiz per gli insegnenti precari) avrebbero dovuto sapere per essere dei CITTADINI ben addomesticati. E i passi basilari dell’addomesticamento sono rispondere con ossequio a ordini come Svelto, vieni qui! Smetti! Obbedisci! o Vattene!  Non che questi tentativi di manipolazione non suscitino reazioni da parte degli studenti, la più ovvia delle quali è la forca. L’introduzione del registro telematico, che “permetterà alle mamme di sapere se la loro creatura è a scuola“, come scritto dalla Nazione, non è che l’ennesima arma di chi preferisce cittadini tristi, rassegnati e ubbidienti, ma si sa: l’umanità delle persone è dura da uccidere, e gli espedienti per ribellarsi a questo sistema sono tanti…

Fonte: La Nazione

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