Il nuovo orario non passerà! La lotta dei lavoratori di Careggi

Da alcuni mesi a questa parte sta montando la protesta degli infermieri e degli operatori socio sanitari di Careggi contro il progetto dell’azienda di introdurre un nuovo orario di lavoro per i turnisti. L’idea dell’azienda si quantifica in un passaggio dal turno in quinta (cioè un giorno libero ogni 5 giorni) a un turno in nona (un libero ogni 9 giorni lavorativi). Il cambio sarebbe giustificato dal fatto che con il turno in quinta i turnisti effettuano “solo” 33 ore anziché le 36 ore previste dal contratto nazionale. Ma non basta, oltre al cambio d’orario si aggiungono i rientri forzati a fine mese in caso di debito di ore (prima erano decisi insieme al coordinatore infermieristico e potevano essere recuperati entro l’anno) e le ferie programmate a inizio anno senza possibilità di cambiarle a seconda delle esigenze dei lavoratori. Secondo l’azienda quindi, i turnisti non lavorerebbero abbastanza. Peccato che con il turno attualmente in vigore la stragrande maggioranza dei lavoratori, quasi l’80%, abbia accumulato un credito di ore non retribuite. Non solo, con il nuovo orario questo credito di ore aumenterebbe! E’ evidente quindi che l’azienda tenti di far lavorare di più e con ritmi sempre più pesanti i propri dipendenti con l’obiettivo di compensare le assenti politiche di assunzione. 
I lavoratori si sono mossi subito contro la possibilità che questa modifica dell’orario venga messa a regime, denunciando anche l’atteggiamento arrogante di alcuni coordinatori infermieristici che hanno già cominciato ad applicare il nuovo orario e la nuova modalità di programmazione delle ferie nei propri reparti. Il 9 gennaio con un presidio molto partecipato e l’occupazione del N.I.C. (Nuovo Ingresso Careggi, palazzo sede di numerosi uffici dirigenziali), i lavoratori hanno ottenuto un assemblea proprio con i maggiori sponsor del nuovo orario, la signora M.S. Beccaluva, responsabile del personale infermieristico, e il direttore generale di Careggi Valtere Giovannini. L’assemblea, tenutasi l’11 gennaio, è stata partecipatissima con più di 500 lavoratori presenti che hanno smontato l’impianto teorico e tecnico del nuovo orario, ribadendo la ferma opposizione al progetto di ultra-sfruttamento messo in campo dall’azienda. La RSU di Careggi ha anche annunciato uno sciopero il 26 gennaio nel caso l’azienda non ritirasse la proposta di modifica dell’orario.


Il tentativo di modifica dell’orario da parte dell’AOUC non è altro che la riproposizione delle politiche governative nazionali sul piano aziendale. Stipendi dei dirigenti aziendali e fondi sprecati (pare che solo per le pulizie dei vetri esterni della nuova struttura “Nic”, di cui nessuno sentiva il bisogno, si eroghino ben 60.000 euro annui), dovrebbero essere le prime voci di bilancio da rivedere, ma per scelte politiche i primi a pagare, aumentando il regime di sfruttamento, sono proprio i lavoratori e gli utenti del servizio sanitario, colpiti entrambi dagli effetti della spending review sulla sanità, dalle riforme classiste sul lavoro e dagli accordi europei.

http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2013/01/11/828743-careggi-protesta-infermieri-nuovo-orario.shtml

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/01/09/foto/la_manifestazione_degli_infermieri_di_careggi-50174964/1/

 

 

 

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