Chiude la libreria del Cinema

Tratto dal corriere fiorentino.

Dopo sedici anni di storia, domani, abbasserà per sempre la saracinesca: non ci sono più libri ma grandi manifesti

 

Mancano solo un giorno alla chiusura di una delle più sofisticate botteghe del centro di Firenze: la «Libreria del Cinema» di via Guelfa, infatti, dopo sedici anni di storia, martedì abbasserà per sempre la saracinesca. Nella vetrina del piccolo negozio, da subito dopo Natale, non ci sono più libri, ma grandi manifesti scritti a pennarello che annunciano: «Ultimi giorni» e «Fuori tutto». «Non ce la faccio più ad andare avanti, i conti non tornano — spiega Tommaso Feraci, il titolare — la gente non legge più». Tommaso era uno studente di 21 anni quando, nel ’99, iniziò a fare il commesso nella libreria fondata due anni prima da Samuel Marfisi e Nicola Biancotti.

Nel 2003 decise di rilevare l’attività e di scommettere su una vita da libraio, abbandonando gli studi universitari in lingua e letteratura tedesca. Ma a distanza di dieci anni, il bilancio non può essere positivo: «All’inizio questo negozio era una libreria — spiega — ma piano piano si è concentrato sulla vendita dei poster, perché di gente che legge ce n’è sempre meno; e la differenza si vede di anno in anno». «Non è questione di crisi, perché i soldi per gli iPhone non mancano — prosegue — il problema è che la cultura sta cambiando. E anche Firenze è diversa: prima qui c’erano molti più studenti, ora in tanti sono finiti a Novoli; e poi se via Guelfa dieci anni fa era centro storico, ora è una zona degradata: basta guardare quanti fondi sono vuoti». Tra due giorni, alla «Libreria del Cinema» scadranno le otto settimane concesse dal Comune per il regime di svendita.

Ma Tommaso spera di ottenere una proroga fino a sabato: «Ho perso diversi giorni di lavoro per via dell’influenza – dice sorridendo – vorrei provare a rifarmi». Del resto, a varcare la porta a vetri del negozio e a frugare tra libri e manifesti rimasti sono in tantissimi: merito di sconti eccezionali, con poster di 100 per 70 in vendita a 3,50 euro e libri da 19,90 scontati fino a 2,99. Ora che finalmente, grazie ai cartelloni messi in vetrina, Tommaso ha fatto il pieno, guarda con nostalgia ai tempi che furono: «Qui di certo non si facevano miliardi, ma la clientela c’era — spiega — studenti, appassionati di cinema, anche qualche turista. Trentacinque metri quadri sono pochi, ma nessuna grande libreria ha un settore dedicato al cinema grande quanto il nostro spazio. E chi veniva qui era gente di un certo livello culturale, che comprava soprattutto testi di critica teatrale, spesso cose impegnative». E adesso? «Non ho nessuna idea di cosa farò — confessa Tommaso — mi aspetta un salto nel buio».

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