Imitationofdeath: Ricci e Forte al Teatro Studio di Scandicci

Imitationofdeath: il nuovo spettacolo del duo Ricci/Forte al Teatro Studio di Scandicci venerdì 18 e sabato 19 gennaio alle 21.

I due drammaturghi e registi Stefano Ricci e Gianni Forte sono una delle coppie più attive nel mondo teatrale italiano. Formatisi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, si sono aggiudicati negli anni numerosi e prestigiosi premi e i loro spettacoli sono ormai riconosciuti ed apprezzati in tutta Europa. Grande successo hanno avuto i lavori Troia’s discount (2009), Macadamia Nut Brittle (2010) e Grimmless (2011).

Sui loro spettacoli teatrali la critica si divide nettamente: se da una parte si ha l’esaltazione dell’innovazione e della contemporaneità, dall’altra si parla di eccessive provocazioni e trasgressioni. Ma al di là dei giudizi degli addetti ai lavori, il pubblico riempie immancabilmente le loro sale, in Italia e all’estero; e non fa eccezione l’ultima creazione che ha debuttato a Romaeuropa Festival passando dal Piccolo di Milano.

Per Imitationofdeath, la coppia si ispira all’universo scostumato di Chuck Palahniuk, lo scrittore del best seller Fight Club.
Partendo dalla frase di Cantor «è nell’assenza di vita che si celebra maggiormente la vita», Ricci e Forte riflettono sul mondo di oggi, sugli uomini e le donne che sopravvivono, che annaspano dentro giorni grigi ed insapori, imitando così la morte. Sedici performers si muovono sul palcoscenico mettendo a nudo le proprie meditazioni sulla vita, sulla morte, sui propri feticci ed ossessioni.
Centrale è inoltre, come in tutti i loro spettacoli, la corporeità. Il corpo nudo si fa attore esplicitando la sua funzione essenziale di mezzo fra noi ed il mondo. Una teatralità fisica, violenta, ironica, crudele, che sbatte in faccia senza reti di protezione una iperrealtà desolante. Immagini e musiche lanciano un flusso di sensazioni potenti che scioccano, commuovono, stupiscono.

Ci si domanda allora se tali sensazioni si trasformino in sentimenti, se il percorso, in cui ci immergiamo durante quell’ora di visione, ci conduca a qualche trasformazione interna e profonda ed infine se quei corpi nudi provocatori ed inermi ci domandino davvero qualcosa in cambio. Sembra infatti che quella realtà senz’aria e senza vie di scampo che Ricci e Forte mettono in scena e di cui noi tutti giornalmente già ci nutriamo, non ci chieda uno sforzo in più di quello che ci chiedono le immagini televisive.

Forse allora bisogna ritornare a pensare alla funzione dell’arte ed in questo caso del teatro. Per noi il teatro è un gioco, è imitazione, chiede distanza e richiede movimento, chiede di sognarlo, di riviverlo, ma soprattutto il teatro mostra piccoli vicoli, scorci, gallerie da imboccare sottraendoci dalla strada maestra che percorriamo ogni giorno.

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