Traffico umano dalla Somalia: arrestate sei persone tra Firenze, Prato e Catania

Ieri sono state arrestate sei persone e ne restano indagate  altre ventitré tra Firenze, Campi, Prato e altre città di altre regioni con l’accusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina di cittadini extracomunitari provenienti dalla Somalia e diretti, attraverso il territorio italiano, verso il Nord Europa, nonché di contraffazione di documenti, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, di riciclaggio ed altri reati. Il tutto con alle spalle un giro di affari da 25 milioni di euro l’anno.  Il cartello criminale, composto da cellule operative radicate in Italia, in Kenya e in Libia, conduceva i migranti clandestini verso i territori di Malta e Grecia per poi convogliarli in Italia presso alcune basi logistiche individuate a Roma, Milano, Torino, Firenze, Prato, Bergamo, Cuneo e Napoli, considerate città strategiche per la loro vicinanza agli aeroporti che collegano, con voli low cost, le principali capitali europee. Solo successivamente, dopo averli muniti di falsi documenti, venivano avviati verso paesi del Nord Europa, in particolare Olanda, Francia, Danimarca, Regno Unito e, soprattutto, Norvegia, Svezia e Finlandia dove, anche in alcuni di questi Paesi, è stata accertata l’esistenza di cellule operative dedite all’attività illecita dell’immigrazione clandestina. Paesi da cui verranno poi rispediti in Italia, come stabilito dagli accordi di Dublino, che prevedono la loro permanenza nei paesi in cui hanno fatto domanda d’asilo. Un traffico umano ancora più costoso per le persone coinvolte dall’altra parte, che si ritrovano nell’“Europa delle possibilità garantite” senza niente e con nessuna prospettiva, truffati e privati degli ultimi soldi rimasti in tasca. Per questa procedura le spese sono molto alte: alcune donne appartenenti all’organizzazione si fingevano mogli in attesa dell’arrivo in Italia dei propri (falsi) mariti in Somalia, i quali, volta arrivati, ottenevano  dunque i visti per il ricongiungimento familiare e i permessi di soggiorno. Ma a che prezzo? Dai 18 ai 20 mila euro a persona. 

Tra gli indagati, un mediatore culturale dell’ambasciata italiana a Nairobi, che rilasciava falsi visti d’ingresso in Somalia, e un collaboratore del World food program delle Nazioni Unite.

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