Fiocco rosso al Russell-Newton. Nasce il CAR

Dopo anni di immobilismo al Russell-Newton nasce un collettivo studentesco, il Collettivo Autogestito Russell-Newton. Come in tante altre scuole (e non solo), alcun* student* del Russell-Newton hanno sentito la necessità di riprendere i propri spazi, di ritornare protagonisti dentro l’istituto per fare informazione sui problemi della scuola e della società e organizzarsi per risolverli. Un compito difficile ma necessario: dentro la scuola -che già di per se’ sembra una prigione- manca l’abitudine ad informarsi ed agire in prima persona, pesa l’assenza di un giornalino scolastico e di esperienze di collettivi negli anni addietro, molti studenti non si interessano a quello che avviene attorno e sono refrattari persino ad attivarsi su facebook. Eppure quando il collettivo aveva organizzato l’assemblea di novembre il preside era stato costretto a concedere persino l’auditorium perchè altrimenti non c’era spazio.

Di fronte al collettivo c’è un sistema pieno di ostacoli, fra cui il preside, che non ha concesso nessun aula autogestita dove potersi ritrovare e discutere in libertà, nemmeno dopo una partecipata raccolta firme (richiesta dal dirigente stesso), le sue condizioni erano che un professore dovesse sorvegliare sempre ciò che i ragazz* facevano, un compromesso a cui ovviamente il collettivo non si è piegato, scegliendo piuttosto la “clandestinità” del proseguire comunque il proprio lavoro, anche senza autorizzazione. “Non è che non ci sarebbero professori disposti a venirci incontro- spiegano alcun*- ma non ci sembra giusto: non ci sentiremmo liberi di esprimere i nostri pareri di fronte a loro; anche riguardo alle decisioni che dovremo prendere a ottobre o novembre degli anni prossimi è meglio per tutti se possiamo discuterne per conto nostro”.

Durante la mobilitazione di quest’autunno, alcuni rappresentanti si sono accordati con la presidenza in una mediazione al ribasso, che ha trasformato l’autogestione in una tre giorni di assemblee dove le classi sono procedute in ordine sparso. “Il preside ha chiesto a tutti di fare come attività un compito, un tema, su vari argomenti, dalle proteste al “bullismo”, senza nessun risvolto costruttivo, ma nella mia classe ci siamo rifiutati!”. Da quel momento la fiducia degli studenti nei rappresentati d’istituto è incrinata, e il collettivo si è organizzato dal basso, dando spazio anche a chi vuole restare fuori dalle istituzioni. La partecipazione alle manifestazioni cittadine è comunque proseguita, anzi “quest’anno per la prima volta c’è stato un corteo con lo spezzone di scuola nostra”. E malgrado le vacanze abbiano spezzato il clima di protesta, gli student* del collettivo hanno ripreso le loro attività.

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