Inceneritori: alcuni dati allarmanti

Di seguito pubblichiamo alcuni dati allarmanti sull’incidenza dei tumori a Coriano, nella provincia di Forlì-Cesena, e a Kirklees, in Inghilterra, in aree circoscritte attorno a Inceneritori. Paiono sempre più evidenti le ripercussioni sulla salute derivanti dalle polveri dei rifiuti bruciati. Ricordiamo che nella piana fiorentina è già presente un inceneritore nel comune di Agliana, mentre uno è in fase di progettazione a case passerini, all’Osmannoro.

 

A parlare è Giuseppe Giorgio  Nenci, professore ordinario di Medicina interna all’Università degli Studi di Perugia, intervenuto sabato al convegno «Inceneritori e salute: nessun rischio?», organizzato dal Comitato No Inceneritori Terni e dall’associazione LiberaMente.

[....]Sotto accusa le nanopolveri Secondo Nenci, un inceneritore emette circa «circa 250 tipi di composti volatili, di natura prevalentemente sconosciuta. Solo il 2% ricade sulla superficie circostante; il resto, spinto dal vento, giunge al suolo, contamina le acque, le coltivazioni, gli allevamenti e quindi il nostro cibo. Da qui, o dalle vie aree, le polveri finiscono nel sangue e in tutto l’organismo. Sono sostanze con effetto ossidante, capaci di alterare il Dna delle cellule e di trasformarle in cancerogene».

I casi di Coriano e Kirklees Significativo il caso di Coriano (FC), con due inceneritori che bruciano rifiuti ospedalieri e generici: «dal 1990 al 2004 la mortalità per tumore delle donne residenti – per almeno 5 anni entro 3 chilometri – è passata dal 17 al 54%. A Kirklees, nel nord est dell’Inghilterra, nel 2010 il livello di mortalità infantile nei distretti posti sottovento rispetto all’inceneritore era pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso era fermo all’1,1». Altrettanto emblematico è stato definito «lo Studio Moniter del 2011, commissionato dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna, che ha rilevato un aumento della mortalità del numero di neonati prematuri, aborti spontanei e malformazioni congenite, in proporzione al numero di anni di esposizione alle emissioni». Nonostante non ci sia la certezza di un rapporto di causa ed effetto, ha affermato Nenci, «a seguito della pubblicazione di questo studio, nel settembre 2012, l’assessore regionale all’ambiente ha dichiarato che in Emilia Romagna non si costruiranno più inceneritori, e che quelli esistenti verranno progressivamente smantellati»

 

tratto da: www.umbria24.it

 

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