Pranzo Sociale e Cineforum al liceo Galileo

Il Collettivo S.K.A propone a tutti gli studenti che ne avessero voglia un pomeriggio di socializzazione all’interno della scuola. Verrà affrontato un tema caldo che riguarda gli alunni, sarà infatti proiettato Elephant.
Inoltre per chi avesse voglia di fare uno spuntino a prezzi popolari (offerta libera), prima del cineforum faremo un pranzo sociale autofinanziato dal Collettivo!

Di seguito una recensione del film a cura di Giovanni Zanobini di 3B:
“Elephant” è un film del 2003 ,diretto da Gus Van Sant, e può essere considerato il suo capolavoro. Al festival di Cannes ha vinto la palma d’oro per miglior film e miglior regia. Questo film fa parte di una trilogia riguardante la morte,anche se questo film affronta una grande varietà di temi. La vicenda del film è ispirata alla strage della Columbine High School : la storia di due ragazzi emarginati che decidono di fare un vero e proprio massacro nella loro scuola. Il regista ci fa vivere la stessa giornata raccontando varie vite di adolescenti e facendo rivedere uno stesso evento da più punti di vista annientando lo scorrere del tempo. A mio parere l’ originalità di questo regista sta nel rappresentare oggettivamente l’accaduto, senza mai dare degli espliciti giudizi, poiché sarebbe stato troppo facile e scontato giudicare e distinguere nettamente il bene dal male davanti a una situazione così assurda. E’ un film perverso e angosciante che però non può non affascinare e non si può non notare la sua grandezza, ricorda molto una tragedia greca ed è anche molto simile allo schema narrativo che Henry James adottò per il suo romanzo “Giro di Vite”. “Elephant”è appunto come una vite che gira sempre su se stessa e va sempre più a fondo. E’ un film ipnotico e inquietante, un esempio a favore di ciò è il modo inaspettato con cui Gus Van Sant gira la scena del giovane killer che suona Beethoven : posiziona la telecamera nel centro della stanza e incomincia a fare una panoramica estenuante che sembra non avere una fine, creando una atmosfera di spaesamento e di sorpresa. Lunghi “pianosequenza” accompagnano tutta la durata del film,specialmente nelle scene dell’irruzione dei ragazzi armati , dove la cinepresa fluttua dietro ai ragazzi in corridoi vuoti e silenziosi mozzando il fiato allo spettatore e rendendolo impotente di fronte alla violenta freddezza dei due assassini. Il titolo del film cita una parabola buddista che parla di due ciechi che toccando un elefante credono di comprenderne la natura e la forma a seconda dalla parte tastata, inoltre si rifà anche a un detto inglese che dice :” un problema facile da ignorare come un elefante in un salotto”.

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