Quando gli operai sconfissero il fascismo, iniziativa a Sesto F.no

Ciò che finì con il fucile in spalla sui monti iniziò incrociando le braccia in fabbrica.

70 anni fa esplodevano gli scioperi nelle fabbriche metalmeccaniche del centro nord Italia.Per la prima volta dall’ascesa del fascismo, sfidando il regime di Mussolini e la guerra, centinaia di migliaia di operai incrociavano le braccia ed entravano in sciopero. Era l’inizio della grande resistenza antifascista che si sarebbe trasformata poi nella guerriglia partigiana sui monti.

Negare il diritto allo sciopero, eliminare ogni spazio democratico, non era un vezzo gratuito del fascismo. Era una politica sostenuta e voluta da tutti  i poteri forti del paese per ridurre i salari e massimizzare lo sfruttamento dei ceti popolari. Per questo i grandi scioperi del 1943 annunciarono che il fascismo aveva perso. Ed aveva perso perchè nulla poteva più contro la determinazione operaia.

Ma proprio per questo si iniziarono a mettere in moto nel paese le trame dei poteri forti perché cambiasse tutto affinchè tutto rimanesse uguale. Gli industriali e i grandi interessi finanziari che si erano arricchiti grazie al fascismo, scaricarono Mussolini e si scoprirono “democratici”.

Ma chi scioperò contro il fascismo, così come chi salì sui monti, non lo fece per un’astratta democrazia. La democrazia da conquistare doveva essere uno strumento per il riscatto sociale, doveva coincidere con una società economicamente e socialmente differente e non con un inganno che permettesse agli sfruttatori di continuare a sfruttarci.

Per questo gli scioperi del marzo 1943 rimangono attuali. Perchè la lotta per la difesa dei nostri diritti, per una società dove non esista più lo sfruttamento, è parte integrante dell’antifascismo. E oggi più che mai, di fronte a una crisi di sistema senza precedenti, di fronte alla tremenda arroganza con cui aziende e banche stanno scaricando su di noi la crisi, dobbiamo recuperare il protagonismo operaio e sociale che nel 1943 fu in grado di sfidare la dittatura fascista.

Sabato 23 marzo, Circolo Arci di Quinto Basso

via Gramsci, 560, Sesto Fiorentino

H 18.00, assemblea: l’antifascismo e il protagonismo operaio

H. 20.30, apericena di autofinanziamento

H 21.30, concerto della Banda Popolare dell’Emilia Rossa

Organizzano:

Coordinamento 20 Maggio, Collettivo Iskra Sesto Fiorentino, coordinamento DiversaMente in Lotta (circolo di Quinto), Redazione di FalceMartello

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