Castello: nuovo inceneritore e ampliamento aeroporto. Un dossier per capire cosa si muove

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Riceviamo dall’Assemblea per la piana contro le nocività questo dossier sulla situazione della piana di Castello: una prima ricerca/inchiesta che fa luce su cosa si sta muovendo in un’area di interesse strategico come questa. Qualche giorno fa avevamo ripreso questo post, nel quale erano presenti ulteriori particolari sulle manovre istituzionali, in particolare del Partito Democratico metropolitano, della piana e regionale, rispetto alla costruzione dell’inceneritore di Case Passerini e all’ampliamento dell’aeroporto Vespucci.

Qui trovate ulteriori dettagli sugli interessi, la storia e gli intrecci, che “animano” certe scelte e provvedimenti. Non resta che organizzarsi, come stanno facendo i residenti di Castello e dell’area della piana, e mobilitarsi (come sta accadendo dall’altra parte della città contro l’inceneritore di Selvapiana, alla Rufina) per impedire che le politiche pro- inceneritori e pro-cemento vadano ulteriormente a colpire la qualità, già messa a dura prova, delle nostre vite. Di seguito un volantino sulle prossime iniziative e un testo che spiega le ragioni di una lotta contro le nocività nella piana come altrove.

Assemblea per la Piana contro le nocività raggruppa comitati, gruppi politici organizzati, associazioni e singoli cittadini determinati a difendere il territorio e la salute di chi abita e lavora nella piana tra Firenze e Pistoia.

Chi vi partecipa intende convergere su forme di lotta indirizzate contro una gestione del territorio improntata allo sfruttamento, alla mercificazione, alla realizzazione di grandi opere come l’inceneritore di Case Passerini e l’ampliamento dell’aeroporto Vespucci di Firenze, nocive, devastanti e costose. L’assemblea ritiene necessario un ampio coinvolgimento della cittadinanza nella scelta delle opere pubbliche da realizzare sul territorio, oggi più che mai, in considerazione del deterioramento della credibilità e della rappresentatività degli attuali ceti dirigenti amministravi e politici, spesso subordinati alle logiche economiche e finanziarie di lobbies e interessi privati.

 L’Assemblea si oppone alla realizzazione dell’inceneritore previsto a Case Passerini, tra Sesto e Campi Bisenzio e si batte per la chiusura degli inceneritori di Montale,Selvapiana e Baciacavallo.

Le motivazioni sono molteplici:

- l’arretratezza tecnologica di questa “soluzione”, rispetto all’orientamento internazionale verso una gestione virtuosa del cilco dei rifiuti basata su strategie di riduzione della produzione, differenziazione, ecc.. come ampiamente spiegato dall’Alterpiano per ATO centro Toscana.

- la nocività per il territorio e chi lo abita perché l’incenerimento produce tossicità. Il trattamento termico dei rifiuti, non risolve il problema dei rifiuti a causa della produzione di ceneri, rifiuti tossiconocivi, che a loro volta devono essere smaltiti in discariche speciali, e micropolveri che veicolano sostanze fortemente dannose per la salute;

- l’incenerimento impedisce l’attuazione di una più virtuosa e conveniente soluzione basata sulla filiera del riciclo e sui distretti del riuso, elementi di rilancio e sviluppo economico del territorio.

 L’Assemblea si oppone anche all’ampliamento dell’aeroporto di Firenze perchè:

- l’ampliamento dell’aeroporto risulterebbe un’operazione di enorme impatto ambientale tale da stravolgere l’intero assetto territoriale della Piana fiorentina;

- l’accumulo di elementi inquinanti nella Piana fiorentina (inceneritore, attuali criticità legate ai tracciati delle grandi autostrade presenti nella zona, elevata presenza di attività industriali e commerciali) darebbe un colpo mortale al territorio.

- si vanificherebbero gli atti di mitigazione ecologica promessi da decenni, quali il Parco della Piana e lo sviluppo di un sistema di trasporto pubblico non basato sul solo trasporto su gomma.

 L’Assemblea intende quindi necessario impostare una lotta generale contro le nocività nella Piana e in favore della rivitalizzazione degli spazi verdi-agricoli e del recupero di aree dismesse (ex-industriali e agricole) contrastando la logica del profitto che accomuna destra e sinistra istituzionali, senza distinzioni. Una logica che, alla ricerca di un presunto benessere, determina sfruttamento, saccheggio e devastazione del territorio e delle vite.

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