Rifugiati a Firenze: marginalizzati ed esclusi dai servizi. Grazie anche al Comune

H. è un rifugiato somalo, vittima di tortura e perciò disabile, a cui il comune di Firenze non concede l’iscrizione all’anagrafe perché vive in un edificio occupato. Niente residenza significa niente permesso di soggiorno ed esclusione di fatto dai servizi sociali.

H. è solo uno dei circa 250 richiedenti asilo e rifugiati che vivono a Firenze in condizione di marginalità abitativa all’interno di stabili occupati.

La sua storia è raccolta all’interno del Rapporto “Rifugiati a Firenze”, diffuso oggi da Medici per i diritti umani. Il rapporto contiene tutti i dati rilevati nel corso di un anno di attività del progetto “Un camper per i diritti”,con riferimento all’unità mobile di orientamento e prima assistenza sanitaria che tra ottobre 2011 e ottobre 2012 ha girato sul territorio fiorentino offrendo visite mediche, consulti e prestazioni sanitarie gratuite grazie all’opera di numerosi volontari.

I rifugiati a Firenze, per la maggior parte somali tra i 18 e i 30 anni, non se la passano bene anche a causa della scelta dell’amministrazione che nega loro l’iscrizione anagrafica, così come del resto fa per i senza fissa dimora. A questo si aggiungono le tragiche carenze del nostro sistema di accoglienza a livello nazionale, per cui queste persone, in fuga da guerre, catastrofi naturali o persecuzioni personali, malgrado lo status di rifugiato devono vivere in condizioni precarie quando non vergognose.

I pazienti incontrati da MEDU nel territorio fiorentino sono affetti principalmente da patologie legate allo stato di precarietà e di stress a cui sono sottoposti, da traumatismi legati al viaggio o al vissuto drammatico nel Paese di provenienza. Quasi l’80% è presente da più di sei mesi ma nel 65% dei casi risulta privo di documentazione sanitaria o ha una tessera sanitaria scaduta. Rimangono ai margini della società, sconosciuti ed esclusi di fatto dai servizi sociali e sanitari. Le barriere all’accesso ai servizi di salute sono rappresentate dalle difficoltà linguistiche, dalla mancata conoscenza del funzionamento dei servizi e in molti casi dall’impossibilità di esenzione dalla spesa sanitaria, concessa a chi ha perso il lavoro ma non a chi non ce l’ha ancora.

Il Rapporto contiene anche alcune storie simbolo di utenti incontrati sulla strada. oltre ad H. prima rammentato, respinto dai servizi per undici mesi, e “salvato” solo dalla solidarietà dei compagni, c’è anche la storia di M., affetto da sindrome di schizofrenia, dichiarato totalmente incapace di intendere e volere da una sentenza del Tribunale di Firenze, entrato in contatto con i servizi ospedalieri e ospitato per un periodo nel sistema di accoglienza istituzionale. Oggi M. vive in uno scantinato in condizioni disumane e in sostanziale abbandono.

Medici per i Diritti umani da qualche tempo realizza su Novaradio 101.50 fm la trasmissione “Nessuno escluso“, in onda ogni mercoledì alle 17, scaricabile in podcast dal sito di MEDU.

Da una delle puntate – 5 aprile 2012 – vi consigliamo di ascoltare l’intervista ad Abdullahi, un ragazzo somalo che descrive bene il viaggio e la vita a Firenze, e che aveva raccolto tutta la documentazione per dimostrare la difficoltà dell’accoglienza in Italia e chiedere asilo altrove.

tratto da altracitta.org

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