Iniziativa di SDS a Novoli: tra schizofrenia e delirio legalitario

Si è svolta il 17-04-13, al Polo di Novoli l’iniziativa di Studenti di Sinistra in memoria del Pubblico Ministero Gabriele Chelazzi, intitolata “cacciatori di latitanti”, in cui erano presenti la moglie del magistrato, Giovanna Maggiani Chelli dell’associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili e l’autore del libro “Catturandi”, poliziotto della squadra Catturandi di Palermo. Questo incontro rientra perfettamente nella schizofrenica presa di posizione della sinistra italiana in favore della legalità, che porta avanti una delirante dicotomia tra lo sbirro buono, che lotta contro la mafia, e lo sbirro cattivo, che manganella i manifestanti in piazza. Purtroppo non è così. Si tratta di due facce della stessa medaglia. La polizia, come la magistratura, che lo si voglia accettare o meno, ha un preciso ruolo all’interno della nostra società, quello del controllo coercitivo, che non si può certo glorificare in virtù del fatto che, tra le varie cose, venga utilizzato contro dei mafiosi. Fa anche questo, ma per quanto riguarda il nostro vissuto sono ben più evidenti gli episodi che ci portano a condannare l’azione di tali organi, e si evincono dalla quotidiana aggressività della municipale contro i migranti, dagli attacchi repressivi della DIGOS contro manifestanti e realtà anticapitaliste, dall’ingiustizia della legge che sta a difesa della proprietà piuttosto che delle persone. Non si può certo pensare di rivendicare la legalità e, allo stesso tempo, fare i rivoluzionari della situazione.

La legalità è la stessa che a Firenze ha portato al maxi-processo con 86 indagati con l’accusa di associazione a delinquere, la stessa a cui La Nazione si appella per reclamare maggiore controllo nelle piazze e la persecuzione degli ambulanti, la stessa con cui si legittima qualsiasi azione repressiva contro i NO TAV. Purtroppo alcuni soggetti non si rendono conto di queste implicazioni, visto che amano mostrarsi compiacenti con le istituzioni, contestarle per poi scendere a patti, senza rendersi conto delle contraddizioni più basilari. A proposito di questo, e dell’ambiguità di certi comportamenti, è esemplare il caso del magistrato Caselli, oggi paladino della legalità e della lotta contro i NO TAV, il quale è stato un importante procuratore antimafia, ma è oggi difensore della colossale opera che attraversa tutta l’Italia e che vorrebbe passare anche per la Val Susa. Eppure era in prima fila alla manifestazione del 16 Marzo organizzata da libera contro la mafia, ma non prova alcuno scrupolo a sostenere il TAV in nome della legalità, sebbene siano palesi e conosciuti da tutti gli episodi di infiltrazione mafiosa nella gestione di questi mega appalti, a Firenze come nel resto d’Italia. 

Per dovere di cronaca dobbiamo anche riportare che gli Studenti Di Sinistra hanno avuto la faccia tosta di fare due manifesti differenti quasi identici. L’unica cosa che cambiava era che in quelli distribuiti nelle università non era presente quanto invece c’era nel sito, ossia la partecipazione del comune di Firenze e della regione Toscana all’organizzazione dell’iniziativa..

Questo è il desolante quadro in cui va contestualizzata l’iniziativa di ieri, per ribadire che la presenza della polizia, che sia antimafia, DIGOS, municipale  o guardia di finanza, non è mai gradita a chi non accetta l’ordine attuale, uno stato di cose che ci rende sempre più miseri dal punto di vista sociale come da quello materiale, che ci lascia intravedere ben pochi spiragli nel futuro, al di fuori della lotta. L’immagine dello sbirro buono la lasciamo ai lettori di Topolino, la realtà è quella di infamie, soprusi e violenza, nelle strade come nelle caserme, nei carceri come nei CIE. 

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