Un giardino filosofico in alta maremma

Sempre più immersi in una vita artificiale e mercificata, sono due le cose che  mancano al giorno d’oggi alle persone, subalterni o dirigenti che siano: la possibilità di riflettere con calma, di avere un quieto e ponderato pensare, e il contatto con la natura e la vita per come lo è stata per la maggior parte degli uomini nella storia.

Il mondo di oggi richiede ritmi sempre più serrati di vita con sempre minori gratificazioni, anche economiche. Una situazione del genere non è richiesta per il progressivo miglioramento delle condizioni di vita della gente, ma per l’accumulo di sempre maggiori profitti da parte degli ingranaggi di questa economia politica e dei suoi sicari.

Nel vortice degli impegni e della necessità di sfangarla in qualche modo, che sia il precario, il disoccupato, ma anche il giovane professionista che si imbottisce di cocaina per lavorare di più e sgomitare fra mille altri come lui, è veramente difficile trovare il tempo di fermarsi a riflettere sulla propria condizione.

Inoltre cappe sempre maggiori di cemento, inquinamento e nocività di ogni tipo seppelliscono la maggior parte degli uomini in quelle grigie tombe che oggi chiamano metropoli. Certo, c’è qualche giardino, qualche alberello fra le strade asfaltate, ma chi ha mai il tempo, o anche solo la voglia di farsi una passeggiata in un bosco?

Anche il rapporto con l’ambiente naturale, come tutto il resto in questo mondo, viene mercificato, e diventa il turismo dell’escursione in luoghi esotici o degli sport estremi che con una scarica di adrenalina compensano la miseria e lo stress della quotidianità, per chi se lo può permettere. Per tutti gli altri restano solo il grigio dell’asfalto e l’odore degli scarichi delle automobili.

Il giardino filosofico del Panario risponde in qualche modo a questa duplice mancanza proponendo nel corso di una intera estate momenti di riflessione silenziosa, di contemplazione della natura e di conversazioni all’insegna della profondità e della gentilezza, un concetto quest’ultimo, davvero fuori dall’universo semantico della società nella quale ci troviamo a vivere.

Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare il “custode” di questo luogo speciale situato nel cuore della maremma, in una delle zone meno urbanizzate della nostra regione, e di avere con lui una conversazione sulle motivazioni che lo hanno spinto ad aprire questo spazio, sull’importanza per l’uomo del contatto con la natura selvaggia e sul ruolo del lavoro e della ricchezza nelle nostre vite.

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