[Grosseto] ex-Mabro: fra condotta antisindacale e sciopero ad oltranza

Le “vestaglie blu” di Grosseto non abbandonano il terreno della lotta. Sono ancora in sciopero, almeno fino a che non verrà portata avanti VERAMENTE la procedura Prodi-bis e fino a che la proprietà non pagherà gli arretrati che non versa in alcuni casi da gennaio.

Alcune operaie (una decina) hanno deciso di tornare a lavorare sfiduciate e sfiancate dalla annosa e stressante vicenda, ma sicure che la procedura per l’amministrazione Straordinaria verrà accettata e portata avanti.

Ci teniamo a smentire (come le stesse operaie scrivono in una lettera ) che lo “strappo” fra le operaie non esiste; è solo una mossa per tentare di dividerle e metterle su due piani distinti: le “rissose” fuori dai cancelli, le “brave lavoratrici” dentro. Nulla di più falso: l’occupazione della fabbrica, il presidio permanente, gli scioperi e i cortei, nonché le cene per la cassa di solidarietà che sono state organizzate in questi anni fanno delle operaie ex-Mabro un sol corpo solidale in lotta per il miglioramento delle condizioni di lavoro di tutte.

Proprio ieri mentre il grosso delle operaie rimaneva in presidio dinanzi alla fabbrica, le delegate Cgil si sono recate a Firenze presso lo studio del legale per presentare tutte le documentazioni (Comprese le ultime buste paga che per alcune operaie risalgono a dicembre 2012) per l’avviamento delle procedure di ammissione dell’azienda all’amministrazione straordinaria. «La Prodi-bis la presentiamo noi, – dichiarano le operaie – visto che l’azienda non sembra averne alcuna intenzione. E’ l’unico modo per escludere Barontini dalle gestione»

Mentre a Firenze inizia il faticoso iter per la prodi-bis, al Tribunale di Grosseto si dibatte per l’accusa di condotta antisindacale della dirigenza Ex-Mabro per i fatti di due settimane fa. E non è la prima volta che Barontini ignora e anzi tenta di soffocare le “rivoltose” che “osano” chiedere salario e qualche certezza.L’anno scorso Barontini si è riservato il “diritto” di pagare in ritardo le operaie in sciopero. E’ stato condannato dal tribunale di Grosseto ma, è proprio il caso di dirlo, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Attendiamo sviluppi.

L’annosa vicenda Mabro

È difficile, anche per la frammentarietà delle notizie in rete, riassumere in due righe la vicenda che vede le operaie Mabro affrontare cassintegrazioni, mancanza di salario, precarietà e incertezza sul futuro. Noi abbiamo chiesto direttamente alle operaie di raccontarci quello che stanno passando da circa 8 anni.

La dirigenza Mabro spa, ormai sull’orlo dl fallimento all’incirca dal 2005 cede in affitto a Movies SPA (adesso Royal Tuscany Fashion Group) la gestione della produzione.

E’ poi questo stesso gruppo imprenditoriale nel 2010, conclusasi l’asta di fallimento di Mabro spa, ad acquistare la struttura e l’intera produzione. Viene promesso un futuro roseo per l’azienda Grossetana: viene fondata come ramo d’azienda di Movies SPA la società Abbigliamento Grosseto.

Tutto questo, chissa perchè, dimenticandosi dei tfr e degli arretrati dovuti alle operaie.

Arriva la crisi (la scusa di tutti i padroni per arginare le perdite e far pagare la mala gestione direttamente ai lavoratori) e la minaccia di rendere il ramo Grossetano di Movies un polo logistico di stoccaggio e deposito dell’alta moda made in italy. La conseguenza di questo viene da sé: licenziamenti a tappeto paventati ma fortunatamente mai messi in atto.

E’ nel 2012 che tramite la procedura di concordato preventivo viene ceduta a Barontini (amm. Delegato della pratese Lanificio Marcolana) la proprietà della ex-Mabro. Presentato come il “salvatore dell’azienda”, riassume tutte le operaie con lo “strumento” della cassintegrazione.

Abbiamo imparato a conoscerlo questo Barontini sia per la sua clamorosa condotta antisindacale e intimidatoria sulle operaie in lotta, sia per la sua gestione aziendale fatta di mancanza di capacità imprenditoriali (come le stesse operaie denunciano) e di stipendi sempre e comunque non versati o versati a seconda di come tira il vento.

E adesso ci risiamo: l’azienda verrà portata (forse) in amministrazione straordinaria. Il futuro dell’azienda rimane incerto come quello delle circa 200 operaie ex-Mabro.

Tratto da: http://clashcityworkers.org

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