Campi Bisenzio: elezioni comode comode

(nella foto il progetto di inceneritore a Case Passerini)

Ora che è passata la mulinata elettorale, si potrà cominciare ad apprezzare i vantaggi che presenta il nuovo modello elettorale appena escogitato a Campi. E dal momento che il famigerato Porcellum, l’esecrata legge elettorale che tutti i politici dicono di schifare (ma si guardano bene dal modificarla) ha avuto il suo modello nella legge elettorale toscana, si può pronosticare un sicuro successo nazionale a quest’esperienza campigiana.

Magari, invece che il Porcellum, lo chiameranno il Pecoronis.

Che cos’è questo modello elettorale e quali sono i suoi vantaggi? Eccoli qua

Vantaggio I: finora la discussione sul contenimento dei costi della politica si è fondata sul taglio degli eletti. È un errore; è molto meglio, come si è scoperto a Campi, tagliare gli elettori. E infatti: dall’84% dei votanti alle amministrative del 2008 (31027 aventi diritto) si è passati al 51% dei 31737 aventi diritto. Così i votanti si riducono della metà, ed è un bel vantaggio, perché in questo modo i partiti possono avere percentuali più alte e gridare al trionfo, anche se hanno perso un sacco di voti. E in questo modo avere titoloni sui giornali che gridano anch’essi al trionfo, come è accaduto a quel giornalista (che non nominiamo per non fargli un’immeritata pubblicità) che ha scritto che Fossi ha dato una strigliata all’ex-imperatore Adriano Chini, per il fatto che Fossi ha avuto il 62% dei voti e il povero Chini, nel 2008, il 51,2%. Il fatto che Chini, nel 2008, abbia avuto 12.746 voti e Fossi appena 9.819, ovviamente non rappresenta un problema. Basta eliminare metà degli elettori e le percentuali salgono. Averci pensato prima! E ci si risparmiava anche tante discussioni sulla legge elettorale. Non è la legge, il problema: sono gli elettori. Ma con il metodo del pecorone si risolve.

C’è poi un vantaggio aggiuntivo: dal momento che chi vince, anche con percentuali bulgare, rappresenta una minoranza neanche tanto grande, non c’è neanche bisogno di scapicollarsi troppo per assicurarsi la vittoria. Prendiamo un partito piccolo e mediocre, tipo l’IdV, che raccatta 522 voti (1241 nel 2008). Presenta una lista con 24 candidati. ‘Sti 24 candidati ce l’avranno un paio di familiari a testa e un paio acquisiti. Fa già 120 voti. Se poi ognuno trova almeno 4 amichetti che lo votano, metà traguardo è bello che raggiunto. Insomma, ci si fa eleggere in casa; il che ci sembra un bell’esempio di civiltà e di civismo; basta con i programmi noiosi e il tirarsela con le idee che fanno tanto intellettuale barboso; la democrazia familiare anzi familista è una bella cosa e tanto tanto adatta a questo Paese. Se poi si moltiplica la pletora di candidati che ogni lista ha presentato, si fa alla svelta a raggiungere la quota di voti necessaria. Così potranno andare a votare solo quelli che hanno interessi privati, conoscenze familiari, legami stretti; gli altri lascino perdere. Anzi è bene che non vadano nemmeno a votare; e difatti nessuno fa nulla per riportarli alle urne.

C’è poi un terzo vantaggio evidente; in questa stretta cerchia amicale, i candidati al cadreghino possono far finta di lottare tra di loro e persino di essere differenti da quello che sono, tanto, chi gli chiede conto? Di qui la pletora degli antiinceneritoristi, a questo giro addirittura legione, tanto che a uno gli veniva da chiedere: ma se non lo vuole nessuno, perché lo fanno, quest’impianto del c****o? Ovviamente, il giorno dopo le elezioni torna l’atmosfera amicale; in consiglio, si può star certi, saranno altri anni di bonaccia, come l’Amministrazione prima, quella prima ancora, quella ancora precedente ecc. ecc. Anzi si può anche smettere di fare finta, tanto ormai hanno votato.

Quindi forza, antiinceneritoristi d’accatto, alzino le manine quelli che in fondo l’inceneritore lo vogliono. Su Fossi su… Ghiandola, tira su la mano. Voi li avete fatti dappertutto… Non siate timidi, tanto ormai hanno votato; non importa più far finta. Fridolki, non vedo la tua. Fridolki…

Fridolki? Non c’è? Ah, è trombato….

C’è infine il vantaggio finale: che in questo modo tutto resta come prima. Infinitamente come prima. Bisogna apprezzarli, i vantaggi della modernità persistente; così come li continueranno ad apprezzare le associazioni amiche e solidali (solidali soprattutto alle casse comunali), così come si troveranno sempre poche decine di migliaia di euro per comprare qualche migliaio di libri del noto scrittore campigiano amico, e la meglio genìa dove la vuoi mettere? Certo, ci sarà sempre qualche scontento, qualche bastian contrario, qualche moralista, qualche sfrattato, ma del resto non si può fare la modernità senza rompere qualche uovo. E poi questi, di solito, non votano… È la modernità baby… mentre intanto sono state avvistate nei dintorni di Campi le tigri dai denti a sciabola e strani uccelli preistorici tornano nei nostri cieli e i faraoni tornano a dettare la dura ma necessaria legge della flessibilità… che c’è le piramidi da costruire.

Buonanotte Campi.

Tratto da: http://mentelocaledellapiana.wordpress.com

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