[Grosseto] Lavorare senza stipendio? Le operaie ex-Mabro rimangono in sciopero
Ci risiamo: dopo le dimissioni di Barontini (avevamo iniziato a conoscerlo per la sua spregiudicata condotta antisindacale e terrorista nei confronti delle operaie grossetane) il nuovo amministratore delegato di Abbigliamento Grosseto Maurizio Santoro, per “tentare” di far ripartire l’attività, comunica alle operaie che per loro sarà necessario rinunciare agli arretrati di gennaio, febbraio, marzo e aprile.
La risposta delle operaie ancora in sciopero ad oltranza dal mese di maggio è stata dura e inequivocabile: la prodi Bis è l’unico modo che possono avere per tornare a lavorare almeno per adesso con uno stipendio in tasca.
Le operaie sono anche rimaste piacevolmente sorprese delle dure parole del presidente Rossi nei confronti del nuovo amministratore delegato di Abbigliamento Grosseto. Sorprese visto che, dopo mesi di silenzi e dure trattative con le operaie grossetane, il presidente si è espresso favorevole alla prodi Bis promettendo di adoperarsi con tutti i mezzi a sua disposizione per fare in modo che tale procedura sia avviata il prima possibile.
Nonostante questo le operaie dell’RSU CGIL della ex-Mabro rimangono in sciopero almeno fino a che la procedura per la prodi Bis – ci informano le operaie dovrebbe avviarsi intorno ai primi di luglio – non si concretizzerà realmente.
Di seguito rilanciamo un’inchiesta di repubblica sulla vertenza Mabro e un documento redatto dall’assemblea delle lavoratrici di Abbigliamento Grosseto in risposta alle dichiarazioni di alcune operaie, fatte davanti alle telecamere di TV9 Telemaremma, che sono tornate in fabbrica a lavorare nonostante lo sciopero.
Questo giusto per dare un quadro più corretto sul delicato rapporto fa le operaie ancora in sciopero e quelle che a causa della disperazione (situazione che TUTTE stanno vivendo) e sfiancate da anni e anni di prese per i fondelli e stipendi a singhiozzo hanno deciso di abbandonare il terreno della lotta.
Abbiamo letto con stupore le affermazioni di V.C. e C.B. e comprendiamo che il loro vero scopo è quello di distogliere l’attenzione dai problemi reali con delle stupide polemiche. Le evitiamo e facciamo solo notare che le telecamere di TV9 hanno impietosamente mostrato la verità su quello che è avvenuto in questi giorni in azienda: carrelli desolatamente vuoti e attenta lettura dei giornali da parte di chi ha la pretesa di salvare il nostro lavoro. Usate per dimostrare la presenza di un lavoro che non esiste.
Ma vogliamo rivolgerci a tutte quelle nostre compagne di lavoro che non hanno aderito alla nostra lotta ma che hanno partecipato insieme a noi alla occupazione di tre anni fa. Che hanno provato veramente cosa vuol dire lottare per difendere il proprio lavoro, non come V. e C., che se ne stavano nelle loro case, al caldo, salvo presentarsi al lavoro che altre avevano difeso. A queste non risponderemo più, ma a voi vogliamo dirvi di riflettere attentamente. Avete visto il lavoro che veramente è entrato, avete constatato le favole raccontate da Barontini: russi, cinesi, arabi, americani, francesi, soci, finanziatori e acquirenti. Come fate a credere che ora possa essere il finanziatore di una aziendina, gestita poi insieme a quel personaggio che tutte ben conosciamo e che garantisce un lavoro che non può esistere.
Avete pensato con quali risorse verrà iniziata questa fantomatica attività? Quelle provenienti da Marcolana in via di fallimento o con i finanziamenti delle banche già oggi in fila per concedere prestiti a Barontini?
Quali saranno i locali dove andrete a lavorare? Certo non quelli attuali, dove pende uno sfratto bloccato solo da concordato. Allora in qualche capannone, con i proprietari anch’essi in fila, ansiosi di affittare locali ad un personaggio noto per come non onora i contratti?
Con quali macchine lavorerete, essendo quelle di Abbigliamento Grosseto pignorate? Con quelle acquistate con i soldi dei monopoli messi a disposizione dai due soci? O con la vendita di Abbigliamento Grosseto all’ennesimo fantomatico, importante imprenditore disponibile ad accollarsi debiti per dieci milioni di euro per una azienda in fallimento? Ultimo teatrino: Barontini annuncia che la Regione ha trovato un acquirente, immediata smentita da Firenze e quindi è Milanesio, la volpe piemontese, a consultare lo stimato professionista Franchi, il gatto pratese tumulatore della Marcolana, che lo informa dell’esistenza dell’ennesimo cavaliere inesistente e chiede un mese e mezzo di tempo. Il tempo necessario per superare la data in cui si era impegnato a presentare la Prodi e, soprattutto, la data della verifica dinanzi al giudice del concordato preventivo. Troppi gatti e troppe volpi sono presenti in questa vicenda.
Occorse tempo a Pinocchio per scoprire che il Gatto e la Volpe lo avevano turlupinato. A voi quanto tempo occorrerà per capire che vi stanno imbrogliando?
Non avete difeso il vostro lavoro, anzi lo avete messo ancor più in pericolo e siete state usate per rendere credibile una inesistente continuità aziendale, non necessaria per la Prodi, permettendo così di far guadagnare tempo con il concordato preventivo, alla fine del quale, come in Marcolana, vi sarà il fallimento.
Non vi abbiamo impedito di entrare al lavoro e non ve lo impediremo in futuro, ma almeno provate a ragionare esaminando solo i fatti, non le chiacchiere. Noi siamo ancora disponibili a confrontarci.
Grosseto 28 maggio 2013
La assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori di
Abbigliamento Grosseto
Tratto da clashcityworkers.org
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