Lettera di un ex sostenitore di Controradio dopo il licenziamento di una giornalista

Pubblichiamo questo testo di un ormai ex sostenitore di Controradio, a pochi giorni dal licenziamento di una giornalista, che mette in luce la vera linea politica della radio, da tempo sostenitrice di posizioni che, come scritto sotto, di “contro” hanno ben poco. Chi l’ascolta lo sa bene, ma è sempre meglio ripete l’ovvio.

A Controradio
Al Controradio Club

Sono un ascoltatore di Controradio da prima che molti di voi ne sentissero solo parlare, ho assistito alla sua nascita in una occupazione nel ’77 nel centro di Firenze. Sono, sono stato, uno di quelli con la “manopola saldata”. Sono stato anche uno tra i primi ad aderire al Club per sostenere la radio, e per anni ho dato il mio contributo. Ho smesso, a un certo punto, perché non mi convinceva più la politica della radio. Ma non di questo voglio parlare. Quest’anno, visto l’aggravarsi dei problemi, ho rinnovato la tessera: sarà una fottuta radio, ma è la mia fottuta radio.

Veniva chiesto il contributo per “sostenere la libertà e l’indipendenza dell’informazione”, veniva vantato il comportamento “etico” della radio.
Ora vengo a sapere che un contratto a termine di una giornalista (su tre) della redazione giornalistica, dopo due anni di collaborazione, non è stato rinnovato, che un’altra” precaria” è stata mandata a casa, arrivederci e grazie, non da un call center ma da Controradio, con motivazioni contestate dalla redazione. Sento e leggo reazioni della controparte (tristemente annoto che oggi è più attuale il prefisso “contro” applicato a “parte” piuttosto che a “radio”) che sminuiscono lo sciopero indetto per oggi dalla redazione, con argomenti generici e, scusate, anche qualche triste trucchetto numerico (sul numero dei giornalisti, gli aderenti, ecc. ).
A questo punto, ingoiando amaro per una radio che non riconosco più, da socio pretendo di sapere nello specifico come sono stati utilizzati i fondi raccolti con il tesseramento (compresi i miei 50 €), da chi e come questo uso sia stato ritenuto compatibile con una riduzione della redazione giornalistica e con il mancato rinnovo di una collaborazione di oltre due anni, che certo non era né secondaria né superflua, andando ad indebolire proprio quel settore che è sempre stato caratteristica e vanto della radio.

Maurizio De Zordo, tessera 3042

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