Livorno – Il comitato No Offshore su storia e responsabilità dell’affare rigassificatore

jaccuseNOI CITTADINI DI LIVORNO

ACCUSIAMO la Società OLT di aver presentato il suo progetto corredato di studi incompleti, omissivi e quindi inattendibili. Tanto per fare solo alcuni esempi: considera “non credibili” le possibilità di incidente come la collisione (nella città del Moby Prince!) o la rottura dei bracci di carico; non accenna neppure alle sostanze tossiche riversate in mare assieme alle acque clorate; sostiene che nella zona di mare interessata al terminale non esiste il pericolo di terremoti, “dimenticando” gli tsunami del 1646, del 1742 e del 1846 e i terremoti del 1984, del 2004, del 2005 e del 2012; sostiene che le onde dei nostri mari raggiungono un’altezza massima di 2 mt, ma si tratta di un falso come ha dimostrato il disastro dei bidoni persi dall’Eurocargo Venezia (onde alte fino a 10 mt) e anche la tempesta del 13 maggio 2013 (5 mt); sostiene che una eventuale nube di gas uscita dal terminale si solleva subito dal pelo dell’acqua, si disperde e non può provocare danni se non nelle immediate vicinanze del terminale, ma ciò è inattendibile come ha dimostrato lo studio SANDIA del 2006 che parla di una zona di rischio estesa per lo meno fino a 11 km attorno alla fonte della nube

ACCUSIAMO la Regione Toscana, di avere dato un parere favorevole in contrasto con quanto da lei stessa affermato nella Valutazione Ambientale Strategica del 9 luglio 2004 dove si legge che la  realizzazione del progetto avrebbe potuto avere effetti negativi per lo sviluppo del territorio, la tutela ambientale e la sicurezza della popolazione.

ACCUSIAMO il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana, cioè le Istituzioni che a vario livello hanno fornito l’autorizzazione alla realizzazione del terminale, di aver dato i loro pareri accettando in conclusione tutte le asserzioni della società proponente, senza verificare adeguatamente le relazioni presentate a corredo del progetto che per la sua specificità (primo impianto al mondo nel suo genere), avrebbe richiesto ben altri approfondimenti.

ACCUSIAMO il Ministero dello sviluppo economico e le altre competenti autorità di aver accreditato procedure non corrette come il presunto parere espresso dal Comitato di pilotaggio del Santuario dei cetacei, non valutando fra l’altro che il presidente di detto Comitato avesse poco tempo prima effettuato una perizia sul rigassificatore per conto della OLT.

ACCUSIAMO il Ministero dello sviluppo economico di aver autorizzato l’allibo (trasferimento) di GNL da nave a nave, fra l’altro  in concomitanza con il rilascio dell’autorizzazione alla OLT, senza alcun dibattito e senza aver dato pubblica spiegazione sul motivo per cui un’operazione ritenuta fino ad allora pericolosa fosse improvvisamente permessa.

ACCUSIAMO il Ministero dello sviluppo economico di aver autorizzato cambiamenti sostanziali nel progetto (es. aumento delle capacità), esentandoli dalla riapertura della Valutazione di Impatto Ambientale.

ACCUSIAMO il Comitato Tecnico Regionale che ha dato il definitivo parere favorevole all’avvio del terminale di non aver fatto niente per rispondere chiaramente e pubblicamente ai rilievi e alle raccomandazioni mossi dalla commissione internazionale di esperti messa in campo dalla Regione Toscana per rispondere alle contestazioni del movimenti antioffshore, in particolare riguardo i rischi legati ai bracci usati per il trasferimento del gas.

ACCUSIAMO il Consiglio di Stato di aver accettato il ricorso presentato da OLT contro la sentenza del TAR Toscana che dava ragione ai ricorsi dei cittadini livornesi e di Greenpeace, anche sulla base di motivazioni non vere, come l’inesistente pubblicazione dell’autorizzazione rilasciata alla OLT sulla Gazzetta Ufficiale.

ACCUSIAMO il Comune di Livorno, sindaco Lamberti, di aver sostenuto entusiasticamente e acriticamente un progetto presentato da un personaggio squalificato come l’imprenditore Aldo Belleli, già condannato per tangenti e inquisito (e poi condannato nel 2003) per bancarotta fraudolenta.

ACCUSIAMO il Comune di Livorno, sindaco Lamberti, di aver firmato nell’ottobre del 2002 il memorandum di intesa con la OLT dove, tra l’altro il Comune si impegnava a promuovere il progetto presso le Istituzioni locali e nazionali e a mantenere riservata ogni informazione tecnica e/o commerciale.

ACCUSIAMO il Comune di Livorno, sindaco Lamberti, di aver compromesso l’ambiente e la sicurezza della città al fine di salvare i dirigenti di ASA, società allora in stato prefallimentare. L’operazione rigassificatore è stata orchestrata da Lamberti in accordo con il sindaco di Genova, Pericu: Livorno si prendeva il rigassificatore, inizialmente proposto da Belleli ai genovesi ma da questi rifiutato; in cambio i genovesi si impegnavano ad acquistare, tramite l’ex municipalizzata di quella città AMGA, le quote di maggioranza di ASA privatizzata, salvandola dal fallimento. Lamberti e la classe dirigente livornese hanno fatto pagare a caro prezzo ai livornesi le proprie incapacità gestionali.

ACCUSIAMO il Comune di Livorno, sindaco Lamberti e sindaco Cosimi, di aver propagandato presso la popolazione il progetto sostenendo affermazioni che come era facilmente prevedibile si sono rivelate false: il salvataggio del Cantiere, la metanizzazione della Centrale ENEL, lo sconto sulle bollette del gas dei livornesi, la creazione di centinaia di nuovi posti di lavoro.

ACCUSIAMO il Comune di Livorno, sindaco Cosimi, di aver supinamente sostenuto la propaganda della OLT, e in particolare di aver sostenuto che quello della OLT non era il primo e unico terminale del suo genere (cioè su nave) al mondo, ma che impianti simili funzionavano in Messico, nel Regno Unito, negli Stati Uniti, notizie rivelatesi inattendibili.

ACCUSIAMO il Comune di Livorno e il sindaco di allora, Lamberti, di essersi fatto beffa della democrazia impedendo l’attuazione di un referendum consultivo, dapprima attuando una seria di manovre dilatorie, poi cambiando con valore retroattivo il regolamento referendario.

ACCUSIAMO il quotidiano Il Tirreno di aver pubblicato lunedì 29 luglio, in occasione dell’arrivo del terminale, un dossier sul rigassificatore, contenente esclusivamente le argomentazioni presentate dalla OLT: un inserto pubblicitario che ha ulteriormente squalificato il maggior quotidiano cittadino, strumento di un progetto del resto sempre sostenuto ai massimi livelli, come dimostrano gli interventi di Bruno Manfellotto e dei suoi successori.

Tutte i riferimenti di questo documento sono state già ampiamente comprovate e comunque sono documentabili a richiesta di coloro che vorranno farlo

Comitato No Offshore Livorno

settembre 2013

Tratto da Senzasoste

Facebook

YouTube