La catastrofe comunicativa dei #Guerrieri Enel

Collisione di mondi. Lo scontro su Twitter tra la sgodevole multinazionale che ha speso milioni nella campagna "social" e la comunità spontanea che, senza spendere un baiocco, l'ha sbaragliata. Clicca per ingrandire.

Collisione di mondi. Lo scontro su Twitter tra la sgodevole multinazionale che ha speso milioni in una pompatissima epperò demenziale campagna “social” e la comunità spontanea che, senza spendere un baiocco, l’ha sbaragliata. Come ha scritto Alberto Prunetti: “Sembra una rappresentazione della lotta contro Mordor, quando l’anello è prossimo alla distruzione.” Clicca per ingrandire (alta definizione).

L’immagine qui sopra è tratta da un’analisi di Matteo G.P. Flora che tutti dovrebbero leggere e discutere, e che giustamente è stata definita “l’ultimo chiodo sulla bara” della campagna #Guerrieri su Twitter. Non tanto per quel che dice delle storie opportunamente “incentivate” da un’agenzia di passaparola on line che organizza “consumatori consapevoli”, quanto per la fotografia che scatta della débacle di Enel su Twitter. Ne avevamo già parlato (il riassunto delle puntate precedenti lo trovate, distillato in diversi aggiornamenti, nel post e nei commenti qui), ma negli ultimi giorni, anziché calare, la contro-campagna dal basso è cresciuta e si è prodotto un effetto-valanga, tra arrampicate di specchi, figuracce dei responsabili media di Enel e scoperte di alcuni buffi dietro-le quinte.

Enel si è infilata nel più classico circolo vizioso: per non far vedere che sui social network la campagna non decollava – e in particolare su Twitter incontrava la resistenza di migliaia di utenti fino a subire un’autentica disfatta modello battaglia di Teutoburgo – Enel ha pompato al massimo la pubblicità su giornali e TV; la sta tuttora pompando, lo spot di #Guerrieri è ovunque. Il risultato è quello di pubblicizzare l’hashtag, e quando la gente va su Twitter a cliccare l’hashtag, vede l’ecatombe.
[Per chi non se intende: quella parola con il "cancelletto" davanti, #Guerrieri, su Twitter si chiama "hashtag", parola-chiave che permetta di aggregare i messaggi per argomento.]

Enel è un inserzionista tra i più potenti, ed è anche sponsor di grandi eventi organizzati da importanti giornali italiani. In più, ci sono proprietari di giornali che sono in affari con Enel. Ciò potrebbe spiegare il trasversale silenzio-stampa su quest’azione di massa dal basso. Tra i quotidiani ne ha scritto solo Il Fatto Quotidiano, e gliene va reso merito. Non sembra trattarsi di disattenzione, perché della campagna #Guerrieri di Enel ne stanno scrivendo eccome: una campagna che, come la descrivono, esiste solo sulle loro pagine. Appena uno va in rete, scopre come sta andando veramente. Ancora ieri, 30 settembre, dopo giorni e giorni in cui Enel su Twitter non riusciva più a muovere un dito,  Aldo Grasso scriveva questa sviolinata che è parsa in-cre-di-bi-le più o meno a chiunque avesse cliccato l’hashtag di recente:

Minchia, nemmeno Uto Ughi...

Minchia, nemmeno Uto Ughi…

Ora, ehm… Noialtri, partecipando a iniziative come il “dirottamento” della campagna Enel, non ci facciamo certo più amici ai piani alti. E dopo aver letto l’analisi linkata all’inizio, abbiamo pensato: non sarà meglio, d’ora in avanti, dormire ogni notte in un luogo diverso rigorosamente segreto? Non è che questi ci mandano gli scagnozzi coi taser a carbone? :-D

Sia chiaro: non vogliamo dare a quest’azione più importanza di quella che ha. Però:

1) è un interessante caso di studio su come reagire alla prepotenza di un brand e fare uno “smarketing” che è molto più sapiente e potente di qualunque strategia di marketing (“Cosa sa di marketing chi sa solo di marketing?”, pare si chiedesse C.L.R. James);

2) oggi molte più persone sanno cosa sta combinando Enel in America latina, sanno dei programmi nucleari Enel in Europa dell’est, sanno che in Italia sono attivi comitati di cittadini che lottano contro le centrali a Carbone o la geotermia “pulita”. E chissà che documentarsi su queste lotte non sia più appassionante e più utile che seguire minuto per minuto, secondo per secondo, dichiarazione dopo dichiarazione, talk-show dopo talk-show, le baruffe tra presunti falchi e presunte colombe nell’ormai fu PdL.

A proposito, noi (ricordate?) #Tifiamoasteroide.

Grazie a tutti/e, e viva a sociedade alternativa!

da http://www.wumingfoundation.com/giap

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