Sull’occupazione dell’Istituto d’arte

La fine di un’ era, così la definiscono gli studenti che da martedì scorso hanno occupato l’ex Istituto d’Arte. Fine perchè dall’anno prossimo la scuola, diventata liceo artistico in seguito alla Riforma Gelmini, troncherà una tradizione che vedeva l’Istituto come ultimo baluardo della difesa delle Arti e dei Mestieri e che vantava una formazione artistica invidiabile a molte strutture nazionali e non, si vedrà infatti sparire l’ultimo anno del vecchio “ordinamento” ovvero coloro che si erano iscritti all’ISA in quanto tale.

Lunedì, quindi, si è deciso tramite un’assemblea straordinaria di studenti che la struttura sarà occupata dal pomeriggio successivo, professori, preside e digos come da manuale si stringono a coorte per dirottare la decisione assembleare e tentare la solita via del dialogo a senso unico, ovvero o l’occupazione finisce o entriamo con la polizia, utilizzando la strategia del terrore con ben tre comunicati (che potete trovare in bella vista qui) deliranti e del tutto infondati sulle conseguenze dell’occupazione e minacciando denunce e sospensioni scolastiche per tutti e tutte.
Relegati ad una parte della struttura ora gli occupanti spiegano i motivi della protesta, in primis la mancanza di fondi che li vede costretti ad utilizzare macchinari e strumenti obsoleti nel migliore delle ipotesi, inoltre denunciano una situazione ai limiti del paradossale a livello di sicurezza che dura da diversi anni, controsoffiti inesistenti, tubi coibentati a vista fino ad arrivare al colmo: chiudere le porte antincendio per evitare che gli studenti possano arrivare al cortile, infrangendo cosi’ il divieto di fumo in vigore da quest’anno. Avvolgendosi nel manto della legalità la dirigenza difende a spada tratta l’amministrazione scolastica, mancano i fondi dicono, i laboratori chiudono, nonostante ciò si lanciano nuovi indirizzi di tipo pubblicitario e grafico addossando in toto i costi sugli iscritti, se ti manca il pc devi comprartelo, come anche Adobe e Windows, la connessione Internet te la devi pagare da te anche se è uno strumento indispensabile per il tuo indirizzo, nonostante la scuola possieda non uno ma ben due router per il collegamento wi-fi, e se non hai disponibilità di tirare fuori altri soldi, la soluzione è semplice, quella è l’uscita.
E pensare che gli studenti all’inizio di ogni anno pagano, in maniera falsamente facoltativa, 130 euro per “materiali ad uso didattico”.
Parlando con gli studenti che occupano una cosa salta subito all’occhio, la loro età, molto minore rispetto a quella che si vedevano ai tempi della cosiddetta “Onda”, forse proprio per questo gli atteggiamenti repressivi messi in campo da docenti e genitori sono sempre più serrati, si parla addirittura di ronde di genitori all’ingresso per “schedare” gli studenti favorevoli all’occupazione.
Presto avremo nuove notizie dagli studenti dell’ISA, che durante questa settimana di occupazione hanno lavorato per organizzare un flash mob (che verra pubblicizato a breve) oltre a mostre, laboratori e workshop, la stessa eredità che si vuole devastare con i continui tagli all’istruzione, mirando particolarmente a quegl’istituti “professionalizzanti” frequentati solitamente da ragazzi che per scelta o necessità non andranno a frequentare le Università, contando sulla formazione professionale di questi istituti.

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