Livorno – Ex Mutua e repressione: quello che non si dice

Solidarietà e indignazione non bastano. Le denunce per l’ennesima volta colpiscono il “solito” gruppo di persone secondo un disegno premeditato

livorno-non-si-piegaI fatti accaduti ieri in via Ernesto Rossi non sono passati inosservati in città. In questi momenti sta emergendo tanta solidarietà agli occupanti dell’Ex Mutua e tanta indignazione da più parti per il blitz ordinato dalla Procura di Livorno, oltre al riconoscimento politico per un lavoro quotidiano su reddito ed emergenza abitativa che sta portando i suoi frutti. Ormai il Comitato precari e disoccupati della Ex Caserma è riuscito a imporre questi importanti temi sia nell’agenda politica istituzionale che all’opinione pubblica.

C’è un aspetto, però, che a molti sfugge. Anche in questa mandata repressiva in cui sono state indagate/denunciate 16 persone, almeno una dozzina sono i “soliti” della Ex caserma che stanno accumulando decine di denunce e che rischiano di ritrovarsi, a breve, in una situazione personale molto grave e pericolosa. Gli altri denunciati sono occupanti che, probabilmente, secondo la Procura si stanno impegnando in prima persona nei progetti di via Ernesto Rossi e nel comitato stesso. Insomma, tutti a scrivere ed esprimere solidarietà, giustamente, alle 14 famiglie che si sono viste piombare in casa digos, polizia, carabinieri, vigili del fuoco, vigili urbani, impiegati Asl e comunali ma nessuno che abbia fatto notare come queste operazioni non siano altro che il continuo di una strategia di annichilimento progressivo delle lotte portate avanti dal collettivo della Ex Caserma.

Forse a qualcuno è sfuggito che il 1 ottobre scorso è stata allestita una tendopoli davanti al Comune per protestare contro le denunce notificate per le occupazioni dello scorso 1 maggio della ex circoscrizione 1 alle Sorgenti e dell’ex Ce.Cu.Po in via degli Asili. Chi sono gli indagati? I “soliti”. Non le famiglie che occupano (meno male) ma quelli che sono stati fotografati sul marciapiede e quelli che portavano solidarietà agli occupanti.

Per rinfrescare la memoria ai disattenti mettiamo di seguito articoli in cui abbiamo denunciato questo disegno politico-repressivo portato avanti dalla Procura di Livorno nelle persone del procuratore De Leo e del pm Masini, dal questore di Livorno Cardona (sempre più corpo estraneo alla città come viene denunciato anche all’interno della sua questura) e con il benestare dell’amministrazione comunale. Basta leggere qualche verbale degli incontri fra le massime istituzioni per notare l’odio personale e politico che nutre questa strategia repressiva verso il cosiddetto “antagonismo”.

Ci fermiamo qui perchè riteniamo che non ci sia niente da aggiungere. I progetti in atto, le pratiche di riappropriazione, la solidarietà sono elementi trasparenti e sotto gli occhi di tutti così come l’emergenza abitativa e la fame di reddito per una larga parte di popolazione. Non importano frasi ad effetto o azioni clamorose, i fatti parlano da soli. E vorremmo che i fatti di martedì mattina servissero alla città per prendere coscienza della situazione e iniziare veramente a riconoscere chi lavora per il bene comune e un’inversione di tendenza e chi invece lavora per protrarre una situazione di benessere e vantaggi per pochi.

Tratto da Senzasoste 6 novembre 2013

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