Livorno – “Processo Prefettura”: dopo la prima udienza è già un processo politico

corteo prefettura p.zza cavourGiovedì 9 gennaio 2014 si è svolta la prima udienza per il processo riguardante i fatti del cosiddetto “assalto alla prefettura” del dicembre 2012.

In aula, a sostenere l’accusa il pubblico ministero Luca Masini; presente l’avvocato Giribaldi per i poliziotti costituitisi parte civile e i quattro avvocati della difesa.

L’udienza è partita subito con un colpo di scena del PM: nonostante il tempo minimo per presentare nuove prove da aggiungere al fascicolo sia di 5 giorni prima dell’inizio delle udienze, Masini ha depositato molte fotografie e video mai mostrati alla difesa, soltanto sabato 4 gennaio. Se si contano i giorni effettivi a disposizione della difesa per visionare le prove, escludendo il sabato in cui non tutti gli avvocati sono in ufficio, i giorni seguenti festivi di domenica 5 e lunedì 6 gennaio, il tempo per prendere visione dei nuovi incartamenti depositati si riduce solamente a 2 giorni, nei quali oltre a doversi recare presso la cancelleria del tribunale (diversi avvocati hanno lo studio in un’altra città), si devono anche poter studiare tali carte, per affrontare in maniera adeguata il dibattimento con i testimoni.

Gli avvocati della difesa per questi motivi si sono opposti all’acquisizione di tale materiale per questa prima udienza chiedendo un rinvio per poter studiare le carte. I giudici nonostante tutto hanno ammesso con riserva tali prove e, nonostante le obiezioni degli avvocati, il pm ha così iniziato gli interrogatori.

Il fatto che il collegio giudicante abbia accolto queste prove con “riserva”, non dava la certezza alla difesa che il dibattimento di questa prima giornata fosse valido.

Gli interrogatori

Il primo ad essere chiamato al banco dei testimoni è stato il dirigente dell’ufficio di Gabinetto della Questura Daniele Ridente. Subito è apparsa chiara la volontà da parte del PM e della Polizia di impostare il processo su un indirizzo di accusa nei confronti della Ex Caserma Occupata e dei suoi militanti, trascendendo diverse volte i fatti a loro contestati. Chiaro esempio ne è stata la testimonianza di Ridente, volta a ricostruire tutta la storia politica del movimento livornese dal 2001 in poi.

Molte altre testimonianze non ci hanno convinto ma, poiché i testi non sono ancora stati controinterrogati dalla difesa, preferiamo aspettare a dare giudizi su tali passaggi, come ad esempio sul fatto che venerdì 30 novembre 2012 l’ingresso al comizio di Bersani alla Stazione Marittima fosse riservato ai soli iscritti del Partito Democratico, quando tutto ciò è già stato smentito in aula da un testimone presente all’evento.

Dopo Ridente, è stato ascoltato Giampaolo Dotto ispettore della Digos livornese. L’interrogatorio è stato surreale perché il PM ha chiesto all’ispettore se fosse in grado di riconoscere dai filmati alcune persone, quando nei video e nelle foto mostrate in aula apparivano già delle didascalie indicanti nomi e cognomi delle persone raffigurate. Sembrava di sentire l’indovinello “di che colore era il cavallo bianco di Napoleone”. Abbiamo infatti assistito a dei video tramutati in presentazioni power point di cui tra l’altro l’interrogato conosceva la sequenza delle schede.

Questo interrogatorio si è fermato alla giornata del 30 novembre dopo ben oltre 9 ore di udienza.

L’unico intervento da parte dei legali della difesa in questa prima giornata, è stata la richiesta di far togliere le misure cautelari (obbligo di firma in Questura 3 volte a settimana), che vanno avanti da quasi un anno e sono oggettivamente una forte limitazione della libertà personale. Il PM si è riservato di dare il suo parere nei prossimi giorni e subito dopo ci sarà la decisione del collegio giudicante.

Prime impressioni

Dopo aver visto per tutto il giorno subdole mosse da parte della Procura, abbiamo avuto l’idea che questo processo per i fatti di quei 3 giorni voglia essere invece indirizzato a colpire politicamente e reprimere una ben nota struttura politica livornese (l’Ex Caserma Occupata) e a dipingere tale realtà come se fosse un partito verticistico, invece di rappresentarla per quel che è e per quel che dimostra e ha dimostrato nelle sue assemblee aperte a tutti i cittadini, ossia una realtà orizzontale e di movimento.

Ci è parso di capire che la volontà della procura e della digos sia quella di attribuire la responsabilità di quanto avvenuto in quei 3 giorni, solamente a singoli militanti di una realtà specifica, quando invece in piazza c’erano oltre mille persone che non si possono certamente ricondurre esclusivamente a militanti di una singola realtà o comuni cittadini.

Nella foto la partenza del corteo poi finito in Prefettura. Come si può vedere dalla foto solo alla partenza c’erano centinaia di persone diventate poi più di un migliaio nel percorso verso la Prefettura

Da Senzasoste

14 gennaio 2014

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