Verso lo smantellamento definitivo del servizio postale, comunicato del Cobas Poste

http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2014/01/24/Economia/Foto%20Economia%20-%20Trattate/f15109c0d93f4787918c5729324c896d-k1NF-U4301063409723S5-398x174@Corriere-Web.jpg?v=20140124214802Riceviamo dai Cobas Poste, che confermano quanto da noi rilevato con questa intervista, e pubblichiamo:

L’ALIBI

La trasformazione di Poste italiane con lo smantellamento progressivo ed inarrestabile del servizio postale (recapito) si avvia verso il suo completamento, con la decisione del governo Letta di privatizzare il 40% (“si comincia con il 40 % poi vedremo”) del capitale di Poste Italiane.

L’alibi per effettuare questa operazione è la riduzione del debito pubblico.

Sì, non possiamo che definire alibi quanto deciso, visto che il “beneficio economico” per l’Italia sarà di 4 miliardi (il debito passerebbe da 2068 mld. A 2064!).

Un alibi che di fatto serve, esclusivamente, a privatizzare un’azienda pubblica.

Come era facile prevedere, non sono pochi gli entusiasti intorno a questa operazione.

In questo caso le larghe intese sono divenute larghissime. Da Confindustria, che definisce Poste “un grande conglomerato finanziario-assicurativo”, ai partiti tutti (a parte rare eccezioni), senza escludere alcune sigle sindacali.

In primo luogo la CISL, con in prima fila il segr. nazionale Bonanni, ma anche le titubanze della CGIL ci paiono poca cosa rispetto alla decisione del governo. Infatti nella sostanza le perplessità si riducono alle percentuali da vendere ed al fatto di non essere stata coinvolta.

“Non verrà intaccato il controllo pubblico”; “i lavoratori potranno partecipare al capitale sociale dell’azienda”, “Poste segue quanto già avvenuto in altri paesi europei”… e via di questo passo.

Ovviamente poche le voci fuori dal coro che ricordano quanto di negativo è già avvenuto per Alitalia e per Telecom, oppure che la già prospettata (da tempo) separazione di Banco Posta dal recapito trasformerà il primo in una vera e propria banca e affonderà il secondo. Chi afferma – CISL – che la vendita del 40% salva l’unicità dell’azienda mente sapendo di mentire.

Se c’era un modo per demolire ulteriormente la già scarsa fiducia che lavoratori ed utenti hanno sull’oggi e sul domani di Poste Italiane, questo è stato trovato.

In particolare, assisteremo allo smantellamento definitivo del servizio postale, già da tempo abbandonato a se stesso (come, purtroppo, vediamo tutti i giorni), con dirigenti aziendali addestrati nello sminuire una realtà costellata di numerosi problemi (quante volte ci sentiamo ripetere: “dov’è il problema?”; “il 27 riscuotete”.

Dobbiamo, con le forze che abbiamo, coinvolgendo utenti, mass-media ecc…, smascherare questa operazione.

In tutti i modi possibili dobbiamo far sentire la nostra voce, far conoscere il nostro punto di vista, non dobbiamo cadere nella trappola che ci viene propinata.

Il futuro non è poi così incerto.

Anzi, purtroppo, si sta delineando in modo chiaro e preciso.

Firenze, 27/01/2014

COBAS POSTE FIRENZE

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