Il Lebowski si impone 4 a 1 sul Rifredi

Centro Storico Lebowski: Cerboneschi, Capparelli P., Formigli, Panerai, Pini, Gamannossi, Fiorentini, Beni, Migliorini, Melis, Spolveri. A disp. di mister Serrau: Barison, Bernardini, Milanesi, Sima, Daddi, Valente, Montuschi.

Rifredi 2000: Tovagli, Bacherini, Bertini, Bausi, Pasqualotto, Filipponi, Agresti, Ricci, Agostino, Bianchi, Boccalini. A disp. di mister Oertli: Veracini, Sepe, Durante, Scuderi, Pucci, Marsicola, Beneduce.

Sono entrati a inizio ripresa Sepe, Durante e Pucci per Pasqualotto, Filipponi e Agostino nel Rifredi 2000, Bernardini, Valente e Milanesi per Pini, Migliorini e Fiorentini nel Centro Storico.

Arbitrava il signor Riviello di Valdarno.

Reti: Spolveri (20’), Spolveri (35’), Spolveri (60’), Spolveri (78’), Pucci (84’).

Per la Pozzi la mattina era cominciato con una convocazione del genere: «Gente l’appuntamento di oggi è alle 13:00 al campo (oppure, come preferite, alle dodiciequarantacinqueperesserelìalletredici). Dobbiamo esserci perché dobbiamo fare due frasi e perché la partita è calda e noi dobbiamo infuocarla. Basta trovare scuse nella squadra che gioca male o nel Tanchi che non canta, adesso è il nostro momento. Avanti URL». Detto e fatto. Sostegno, goliardia e stupidità hanno segnato il pomeriggio, quasi come Spolveri. Andare in curva è bello. Punto.

La partita era fondamentale. La squadra veniva da un mese in cui aveva fatto fatica a esprimersi e in cui i punti raccolti erano stati tre in quattro gare. Il Castello era così a +7 e dietro la classifica si era fortemente accorciata. Il Rifredi aveva vinto 5 delle ultime 6 gare (16 punti su 18, la miglior squadra del girone di ritorno) e aveva subito 1 gol nelle ultime 3.

 Ma al Guidi del Galluzzo il tempo era primaverile e mister Serrau si è accomodato in panchina con una t-shirt grigia e con un’idea ben chiara: il Lebowski doveva fare la partita. I grigioneri sono dunque scesi in campo col 3-5-2 e un centrocampo molto tecnico, in grado di girare velocemente il pallone orizzontalmente e azionare Gamannossi e l’ottimo Fiorentini sulle rispettive fasce, oppure verticalizzare per Spolveri in profondità o per Migliorini, che veniva incontro. Serrau ha avuto questa idea e la curva ne ha avuta un’altra: la squadra è scesa in campo in tenuta completamente nera, come a dire che oggi c’erano pochi discorsi.

E pochi discorsi ci sono stati. Dopo venti minuti di possesso palla e di sprazzi estemporanei, tra cui un grandissimo palo al volo da 35 metri di Pini è salito in cattedra Simone Beni, e con lui il bomber Spolveri. L’intuizione di Serrau è stata felice: Beni, coperto da Melis e Pini, giocava più avanti del solito, tra le linee avversarie e riusciva a farsi trovare smarcato per quell’istante in più che serve a fare la giocata. Ne ho contati 6 di passaggi con cui Beni ha mandato in porta Spolveri. 3 sono stati gol. Il primo da sinistra, per il comodo pallonetto del numero 11. Il secondo invece mi ha ricordato il lancio con cui Di Biagio al mondiale francese del 1998 tagliò come una lama la difesa della Norvegia. Spolveri, come Bobone Vieri, è apparso dietro la schiena dei difensori e un secondo dopo era un metro avanti, coi difensori a gambe all’aria e il portiere rassegnato.

Nel secondo tempo sempre Simone ha amplificato la sua corsa caracollante e la capacità di vedere gli spazi dove non sembrano esserci, come Liverani ai tempi del Palermo, solo 10 metri più avanti, perché dietro c’è Pirlo-Melis. E Spolveri ha colpito ancora.

A una decina di minuti dalla fine il capolavoro di Spolveri. Raccoglie una rimessa sbagliata del portiere ospite, nemmeno il tempo di stoppare il pallone a alzare la testa che fa partire un pallonetto dai 30 metri che lascia prima ammutolito e poi spaparanzato il numeroso pubblico.

I ritmi dei grigioneri calano, il Rifredi prima accorcia con Pucci dopo una bella manovra avviata dal nuovo entrato Durante, il migliore dei gialloblu insieme a Bianchi, poi Cerboneschi regala un saggio del suo talento con un’uscita perfetta sempre su Pucci.

C’era giusto il tempo per festeggiare Bernardini, anima grigionera, invocato più volte dalla Pozzi, alla sua ultima apparizione nel CSL prima del «tirocinio» a Madrid. Per gli striscioni della Pozzi ai diffidati dei Maniacs Firenze, a cui manca solo un anno per tornare e come ha scritto la Fiesole la settimana scorsa «chissà quante birre berremo quel giorno», e al veterano Checco Verre, per una complicazione che ha avuto dopo l’operazione al ginocchio e che lo tiene ancora a Catanzaro. Lo abbracciamo tutti col cuore.

Per la cronoca, siamo al sesto 4-1 dell’anno, il 5° in casa (Sancascianese, Club Sportivo, Albacarraia, Virtus Comeana) e Spolveri al 16° gol stagionale, quindi ne mancano solo 4 alla scommessa delle 20 reti stagionali giocata da Guano. A completare la festa, i nostri juniores ieri hanno fatto la seconda vittoria consecutiva, la prima senza gol subiti, 1-0 in casa contro l’Albereta San Salvi, gol di Bibbiani. Dall’India nessuna news.

Tratto da:

cslebowki.it

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