Il Comune conferma i tagli all’assistenza domiciliare, le coop ai salari dei lavoratori

http://www.inventati.org/cortocircuito/wp-content/uploads/2014/03/60240_632238870179651_1348776060_n.jpg

Comunicato stampa

Stamattina 17 marzo 2014 i lavoratori dell’assistenza domiciliare in appalto dal Comune di Firenze ,insieme al sindacalismo di base ( Cobas lavoro privato, Cub sanità,USB lavoro privato) hanno presidiato davanti a Palazzo Canacci ,in occasione dell’apertura delle buste per l’assegnazione del servizio alle Cooperative sociali.

Questa iniziativa fa seguito alle precedenti proteste svoltesi nei mesi scorsi , in relazione ai tagli previsti dal nuovo capitolato d’appalto: circa 6000 ore dall’ultima gara ,con rischio di posti di lavoro e tagli di ore agli operatori. L’esito della gara , vinta dalle Cooperative che attualmente gestiscono il servizio , pone ulteriori preoccupazioni in quanto il ribasso del 6%, offerto dalle cooperative aggiudicatarie abbassa il costo del lavoro di 1 euro e 34 centesimi l’ora rispetto alla base d’asta (già di per sè bassa rispetto a capitolati per servizi analoghi fatti da altri enti), con l’assurdo di essere più basso di 68 centesimi l’ora rispetto a quanto il Comune sta attualmente pagando per questo servizio.

E’ evidente che il Comune punta ad un risparmio sul servizio, e nonostante le dichiarazioni finora fatte (che gli appalti vengono aggiudicati sull’offerta qualitativa e non sul ribasso), l’andamento di questa gara conferma che ancora una volta determinante è unicamente il ribasso offerto . Di nuovo le cooperative si sono mostrate complici di questa strategia proponendo un abbassamento drastico del costo del lavoro che ricadrà ancora una volta sui lavoratori . Questa modalità di gestione degli appalti non è casuale , il Comune è riuscito a fare anche di peggio, come nell’appalto delle biblioteche dove il costo del lavoro è stato abbassato di circa 1 euro l’ora direttamente nel capitolato .

La durata dell’appalto è prevista per 6 mesi: questi 6 mesi saranno per i lavoratori 6 mesi di lotta e per il Comune 6 mesi per dimostrare da che parte stare.

Cub sanità 3395311085 Cobas Lavoro privato 3496277780 USSB lavoro privato 3405795928

Firenze 17 marzo 2014

Di seguito l’auto-intervista ad un lavoratore dell’assistenza domiciliare

AUTOINTERVISTA AD UN’ASSISTENTE DOMICILIARE INVISIBILE

Perchè una protesta degli assistenti domiciliari delle Cooperative

http://www.inventati.org/cortocircuito/wp-content/uploads/2014/03/1964941_632239146846290_1092007825_n.jpgDa anni assistiamo al taglio dei servizi domiciliari, che per noi vuol dire perdere ore di lavoro e di conseguenza salario. Dall’altra un peggioramento della qualità del servizio agli utenti nonostante l’impegno quotidiano degli operatori. Nell’ultimo anno è stato necessario addirittura ricorrere alla Cassa Integrazione Straordinaria per decine di lavoratori. Soldi pubblici che potevano essere utilizzati per finanziare l’erogazione dei servizi agli anziani e disabili ai quali sarebbe stato sufficiente aggiungere una piccola parte perchè non fossero operati i tagli stessi.

Un ragionamento semplice per chi deve fare i conti ogni giorno per campare.

Secondo il Comune e i Servizi Sociali non saranno diminuiti gli interventi all’utenza perchè una parte saranno svolti dai volontari delle associazioni

Questo è un vecchio problema. Precisiamo che non siamo contrari al volontariato, all’impegno gratuito di persone che dedicano parte del loro tempo per soddisfare un bisogno della collettività, ma bisogna fare anche le dovute differenze. Probabilmente un volontario che ha fatto il meccanico tutta la vita potrà svolgere alcune attività ma non possiamo pensare che l’assistenza domiciliare si riduca alla presenza ad un domicilio, alle attività di compagnia o ad un semplice sostegno alle attività quotidiane di una persona in difficoltà. Spesso le persone che assistiamo sono portatori di patologie anche gravi che richiedono professionalità e conoscenza, che il volontario nella quasi totalità dei casi non

ha. Non a caso sono anni che il Comune richiede personale qualificato, in possesso di titoli professionali per i quali le lavoratrici, in quanto nella gran parte donne, hanno dovuto fare numerosi sacrifici e nella maggioranza dei casi pagarsi di tasca propria la formazione. Ci chiediamo come ad oggi questo non sia più una discriminante. Siamo convinti che noi e le nostre colleghe di lavoro abbiamo la professionalità per capire e segnalare eventuali criticità dell’utente siano esse di tipo clinico e sociali. Sul resto di questa certezza non c’è traccia.

Il Comune ha parlato più volte di una mancanza di richieste di assistenza domiciliare

Anche su questo bisogna fare alcune precisazioni. Quale famiglia di lavoratori può risolvere i problemi di assistenza di una persona anziana non autonoma, ammalata, di una persona portatrice di handicap con due ore al giorno di assistenza? Diventa logico che la famiglia stessa ricorra ad altre soluzioni come quella della cosiddetta badante. Vi siete domandati quanto costa ad una famiglia una soluzione come questa? O l’eventuale degenza in una struttura? Troppo per le tasche di molte, troppo fino al punto di dover vendere magari l’unica abitazione di proprietà, o dilapidando i pochi risparmi di una vita. Bella soluzione si, proprio bella. E qui inizia un circolo vizioso: pochi soldi, una badante disponibile a una misera paga, ovvero sfruttamento. Un meccanismo in cui l’anello debole è rappresentato dalla badante stessa, magari straniera e con la spada di damocle del rinnovo del premesso di soggiorno legato alla disponibilità di un lavoro o meno. Questo è quello che in realtà avviene e che consente al Comune di affermare che non ci sono richieste: è l’offerta stessa che impedisce la richiesta, se tutto ciò fosse realmente vero, e non essendo pubbliche le liste di attese e le richieste questo non lo possiamo sapere.

Il Comune afferma che in realtà non ci saranno perdite di posti di lavoro.

Ah questa è buona. Facciamo un esempio. Io ti levo 10 euro al mese tutti i mesi da gennaio a dicembre. Arrivo a gennaio dell’anno successivo e dico che da oggi il contratto di lavoro prevede 120 euro di meno affermando che non troverete differenze in busta paga. Certo ce li avete già levati poco a poco. In parte questo è stato fatto. In ogni proroga è stato tolto qualcosa: una volta 10, 50, 100 ore. Si fa presto ad oggi dire che non ci sono lavoratrici che resteranno a casa: intanto a casa ci sono già? Quanti tempi determinati non sono stati rinnovati? Di quante ore sono stati ridotti i singoli monte orario delle lavoratrici? Prima il gioco delle tre carte lo facevano alle stazioni della metro, nei sottopassaggi e nei luoghi fuori da occhi indiscreti. Ad oggi ci sembra che ciò avvenga in stanze con ben altre caratteristiche. Il trucco c’è e si vede!

Ma a questo punto cosa volete

Sarebbe l’ora di affermare che vogliamo tutto: il pane ma anche le rose. Vogliamo l’immediato blocco delle riduzioni di orario del servizio domiciliare, il riconoscimento vero del nostro lavoro. Vogliamo un servizio che risponda realmente ai bisogni dell’utenza e non ai vincoli di bilancio. Un luogo da cui prendere servizio, dove si possano avere i corretti dispositivi di protezione individuale previsti dalle leggi sulla sicurezza, in cui confrontarsi con i nostri responsabili e del servizio domiciliare sulle problematiche quotidiane sia inerenti agli utenti, sia alla organizzazione del lavoro, turni che non prevedano tempi morti che allungano in maniera indiscriminata la giornata lavorativa, la fine dell’obbligo non dichiarato dell’utilizzo del mezzo proprio e quindi la messa a disposizione di mezzi idonei aziendali. Ad oggi non vengono neanche dati i rimborsi chilometrici per l’uso del mezzo proprio, ma una misera cifra forfettaria (35 euro) che copre poco più del costo di una settimana, senza contare l’usura del mezzo e l’eventuale rischio di danni che nessuno ti pagherà. Il minimo da cui partire, essere oggetto delle stesse regole e trattamento dei lavoratori e lavoratrici che svolgono le attività di assistenza domiciliare direttamente per il Comune.

Ma la gara è già stata svolta

Si è vero e lo sappiamo. Ma sappiamo anche che la durata dell’appalto è 6 mesi. In quell’occasione il Comune può modificare quanto già previsto, come ha fatto in passato in senso peggiorativo. Bene questi 6 mesi saranno per noi 6 mesi di lotta, e per il Comune 6 mesi per dimostrare da che parte stare.

 Leggi anche:

Ancora tagli del Comune di Firenze all’assistenza domiciliare ad anziani e disabili

Prosegue l’inchiesta sulla sanità pubblica lanciata dal Comitato 21 Marzo di Gavinana

Da Ponte a Niccheri un altro esempio di tagli alla sanità in nome del profitto

Il Comune taglia i servizi ad anziani e disabili, le cooperative licenziano i lavoratori

La ASL assume, ma senza pagarti!

Rossi e la Regione Toscana continuano a smantellare il servizio sanitario

Facebook

YouTube