Il nuovo piano urbanistico e la retorica dei “volumi zero”

È quasi legge il nuovo piano regolatore della città di Firenze. Risulta evidente, anche in questa occasione, come il teatrino della politica contemporanea, debba rappresentare se stessa come una macchina che lavora ad ogni ora del giorno, quotidianamente, per i cittadini, emanando leggi e faticando sodo. Così il nuovo r.u.c. (regolamento urbanistico comunale) di Firenze è “quasi” legge ormai da mesi. È stato nuovamente annunciato la settimana scorsa, anche se si può apprendere dal sito del comune che “Il testo nuovo Regolamento Edilizio sarà reso disponibile in rete civica quanto prima, non appena sarà stato eseguito il coordinamento testi a seguito degli emendamenti apportati da parte del Consiglio comunale in sede di approvazione”. Ciò non ha impedito al giovane rampante segretario del PD, nonché presidente del Consiglio, di presentare, in nostalgiche vesti di ex-sindaco di Firenze, con parole al miele il nuovo piano regolatore: “è un passo in avanti straordinario: dopo il Piano strutturale a volumi zero, primi tra le grandi città a farlo, adesso variamo questo strumento, anch’esso a volumi zero, che consentirà la trasformazione di oltre 750 mila metri quadrati di città”. Contemporaneamente, esibendo notevoli doti di trasformismo, il presidente del consiglio annuncia l’ambizioso progetto di presentare Firenze come città ospitante per il G8 2017. 1,5 miliardi di euro per il r.u.c., 200 milioni per il G8 (stima, questa, fatta decisamente al ribasso e destinata, in caso, a lievitare): investimenti che necessariamente stravolgeranno il volto della città. È interessante capire la contorta strategia politica che porta da una parte ad annunciare un piano a volumi zero, dall’altra ad ipotizzare investimenti per 200 milioni per un evento che, storicamente, ha portato imponenti cambiamenti strutturali alle città che lo hanno ospitato: sarebbe (il condizionale è d’obbligo) anch’esso a volumi zero?

La retorica dei volumi zero sa quasi di schizofrenico se si pensa al potenziamento aeroportuale di Peretola o all‘inceneritore di case Passerini, che si inseriscono in un territorio che ha visto negli anni crescere palazzi come funghi. Proprio l’azienda vincitrice dell’appalto per l’inceneritore, Hera, sostiene, in un rapporto chiamato “inquadramento territoriale e urbanistico”, che tale territorio è caratterizzato “da infrastrutture, servizi ed aree di espansione urbana specializzata, commerciale e produttiva”, parafrasando il concetto che avendo costruito fino all’altro ieri, non c’è motivo per non continuare.

L’area che verrà “trasformata”, avrà un’estensione di 750mila mq, di questi 400mila saranno destinati alla costruzione di 6.500 alloggi residenziali, con una potenzialità di 15-18mila residenti in più. Gli alloggi saranno costruiti a volumi zero. Palazzinari confusi stanno indagando su come fare.

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