Aeroporto – Il Pd conferma la volontà di allargare la pista e costruire l’inceneritore

Con l’approvazione finale del consiglio regionale della variante al PIT, avvenuta il 16 luglio, l’ordine regna nella piana. Chi si aspettava un sussulto di dignità e un rigurgito di coscienza da parte dei consiglieri regionali è stato servito; costui ignora, difatti, che quando si arriva a una scelta dirimente tra la coscienza e il fatto di non dover andare a lavorare, ma lavorare davvero, tutti i giorni timbrando il cartellino, vince sempre la seconda cosa. Almeno con questa casta politica qui.

In realtà il voto del 16 luglio non ha poi grande importanza.

Quello che c’è scritto nella variante al PIT (che era già abbastanza grave; la costruzione di un inceneritore e di un nuovo aeroporto e lo sconvolgimento degli assetti idro-geologici dell zona all’interno di un parco che si vorrebbe agricolo) è già superato dai fatti. Il nuovo padrone degli aeroporti toscani –almeno di quelli importanti-, Eurnekian, ha già fatto capire che se ne frega di quello che c’è scritto nella variante al PIT, e che lui realizzerà, con i soldi pubblici cioè nostri, un aeroporto internazionale con pista di 2400 metri. Di conseguenza il parco della piana è bello che morto. Di fronte a una situazione così, sarebbe stato lecito che qualche consigliere dicesse: “Ma di che stiamo parlando? Che stiamo votando? Il nulla, un piano che non vale la carta su cui è scritto. Ma lasciamo perdere”. Ma, come dicevamo, uno il coraggio non se lo può dare, soprattutto se le prossime elezioni regionali si avvicinano e non si può certo deludere il nuovo padrone da Rignano sull’Arno. E il bello che, secondo il piano di riforme del governo, della gente di questa pasta, consiglieri regionali di cotanto spessore morale, dovrebbero diventar anche senatori. Ecco sì, proprio.

C’è poi la comica della processione dei famosi (famigerati, a dire il vero) sette sindaci della piana a casa del boss Rossie, che preannunciavano battaglia. La battaglia è già finita e i sette figuranti sono stati respinti con perdite. Ecco il risultato della battaglia secondo il Corriere fiorentino dell’11 luglio scorso: la pista si farà, ma noi vigileremo. Rossie intanto ha sottolineato l’importanza delle opere di compensazione. Fine dell’incontro. Che, a pensarci bene, è roba talmente vomitevole che qualcuno con la faccia meno di palta si vergognerebbe di presentarla ai cittadini che amministra. La pista si farà; ma quale pista? Quello da 2000, come fa finta di far credere Rossie, o quella da 2400 metri come vuole Eurnekian? E visto il fatto che è stato proprio Rossie a mettere gli aeroporti toscani nelle mani di Eurnekian, che valore hanno le sue dichiarazioni, ora che la regione ha lasciato tutto in mano al nuovo padrone? E le opere di mitigazione che fine fanno? I famosi boschi della piana, che già dovevano essere opera di mitigazione dell’inceneritore, come fanno a starci, se c’è un aeroporto? O forse gli aerei ora atterrano nei boschi? E il famoso camino dell’inceneritore di 70 metri, che doveva minimizzare i rischi per la salute, ma che sta preciso sulla traiettoria degli aerei? Come si fa a credere a queste baggianate?

In realtà, se ancora hanno un minimo di onestà, questi signori devono ammettere che si sapeva già che il famoso tavolo non poteva finire diversamente. Del resto, per riaprire i giochi ci sarebbe voluto ben altro spirito combattivo. Ma cosa aspettarsi da sette figuranti, uno dei quali (il solito Fossie) aveva già avuto l’accortezza di dichiarare: “Siamo uomini delle istituzioni, non mi metterò di traverso. Chi pensa che con la fascia tricolore andrò a urlare: dovrete passare sul mio cadavere, sbaglia di grosso”. Ovviamente, chi abbia osservato un minimo di tempo costumi e comportamenti del signor Fossie non si aspettava minimamente un simile comportamento. Passare sul suo cadavere, figurarsi; meglio che Eurnekian passi sui cadaveri dei cittadini, e che la serietà del signor Fossie sia salva, e la carriera assicurata. Il padrone di Rignano sarà senz’altro benevolo. Ecco, quello che stomaca maggiormente è il fatto che ci siano presunti rappresentanti dei cittadini che si preoccupano più della propria reputazione e della propria carriera, piuttosto che della salus populi, che secondo il diritto è la suprema lex. I cittadini non hanno bisogno di amministratori, cioè, vocabolario alla mano, servitori, che antepongono al bene degli amministrati la propria insignificante persona. Quindi i cittadini faranno da sé, e si tuteleranno da soli. Ma l’esito di tutta questa vicenda, su cui bisognerebbe riflettere bene, è l’inutilità del ruolo di rappresentanza politica che emerge. Questi sette, o perché non vogliono (come Fossie) o perché non sono capaci, non sono in grado di incidere su scelte devastanti che modificheranno l’assetto dei territori per decenni a venire. Eppure tutti insieme rappresentano più di mezzo milione di persone, molto più dei cittadini della sola Firenze.

Ma questa forza non esita in nulla, se non in flebili proteste sul fatto che vigileranno (sì, su Peppa Pig). Se costoro sono così inutili, altrettanto inutile diventa stipendiarli. Se i cittadini devono fare da soli, a che serve un sindaco? Le attuali riforme prevedono la fine del senato elettivo; varrebbe meglio cominciare a pensare all’abolizione anche dei comuni. Questa la triste e amara morale che si trae su questa vicenda, e su che cosa sia diventata la politica, la comunità e la democrazia ai tempi del padrone da Rignano.

Da http://mentelocaledellapiana.wordpress.com/, leggi anche:

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