Pistoia – Amianto alla Breda, le tute blu assediano gli uffici dei dirigenti: è sciopero

Protesta spontanea dopo la scoperta della presenza di fibre della sostanza killer: “Senza garanzie non lavoriamo”.

AnsaldoBreda,”Trovate fibre di amianto in un vecchio magazzino”

La protesta

IL BLOCCO DELLA PORTINERIA – I lavoratori dello stabilimento AnsaldoBreda hanno deciso anche il blocco della portineria “perché - spiega Tiziano Fabbri, coordinatore della rsu – temiamo che i lavoratori dell’indotto, spinti dai propri datori di lavoro, decidano di entrare e quindi vanificare lo sciopero”. “L’obiettivo nostro – dice Paolo Mattii, segretario provinciale Fiom – è quello di individuare tutti quei percorsi necessari e utili a tutelare i lavoratori, anche andando sopra quello che è il dettame legislativo, il quale prevede che la rimozione dell’amianto possa avvenire anche in presenza dei lavoratori. Noi invece chiediamo che la bonifica venga fatta in assenza dei lavoratori, per questo abbiamo proposto all’azienda di anticipare le ferie per poter procedere con la bonifica, ma l’azienda ad oggi ci dice di no”. “La cosa che ci preme di più - aggiunge Jury Citera, segretario provinciale Fim – è garantire la sicurezza di tutti i dipendenti, non solo di quelli AnsaldoBreda, ma anche di quelli dell’indotto che lavorano all’interno dello stabilimento di Pistoia. Purtroppo ad oggi nessuno ci garantisce che lo stabilimento è sicuro e senza queste garanzie continueremo il presidio in portineria e lo sciopero”.

L’INCONTRO COL SINDACOIl sindaco di Pistoia, Samuele Bertinelli, ha raggiunto all’interno dello stabilimento AnsaldoBreda di Pistoia, i lavoratori in sciopero ed ha avuto un incontro con i rappresentanti della rsu e della rls. “Il sindaco – riferisce Riccardo Volpi, della rsu – ci ha assicurato che convocherà a breve in Comune un tavolo con la rsu, i sindacati territoriali, l’azienda e l’Asl per fare il punto della situazione, perché anche lui come noi vorrebbe mettere la parola fine a questo problema in questo stabilimento. Nel frattempo proseguiremo lo sciopero ad oltranza deciso in assemblea e contemporaneamente manterremo il blocco della portineria”.

LA PROTESTA. La protesta è scattata spontanea, intorno alle 9 della mattina. Non è stato nemmeno necessario indire uno sciopero. L’ombra dell’amianto fa ancora troppa paura dentro lo stabilimento AnsaldoBreda. La lunga scia di morti per tumori e asbestosi fa parte della storia di tanti. E’ bastata la scintilla della notizia di pochi giorni fa sui due campioni positivi alle analisi sulla presenza della sostanza killer, per innescare la rabbia dei lavoratori e risvegliare fantasmi che si pensava fossero ormai almeno in parte svaniti.

Intorno agli uffici della direzione, ieri mattina, si sono concentrate più di mille persone, dipendenti dell’azienda e dell’indotto. Perchè tutti lavorano sotto gli stessi capannoni e più o meno tutti si recano nel magazzino dove, a circa sette metri di altezza, sono state trovate tracce di amianto. Le rassicurazioni arrivate fin qui dall’azienda, l’intervento del sindaco non sono riusciti a placare la paura. «O ci date la piena garanzia che in questa fabbrica l’amianto è scomparso per sempre, o non torniamo a lavorare», hanno detto senza mezzi termini le tute blu incontrando alcuni dirigenti dello stabilimento. I lavoratori si sono radunati intorno agli uffici mentre la delegazione dei rappresentanti sindacali e della sicurezza hanno iniziato un lungo faccia a faccia con i responsabili aziendali. Stando a quanto raccontato da alcuni sindacalisti, il clima era a dir poco rovente e la situazione si è complicata ancora di più quando i rappresentanti dell’indotto pareva non potessero partecipare all’incontro.

La riunione si è tenuta ed è stata lunghissima e serrata. Ancora nella tarda serata di ieri, i delegati dei lavoratori si trovavano a confronto. La richiesta è stata quella di una bonifica integrale dello stabilimento. Non pochi hanno infatti fatto questo ragionamento: nel 2006, l’Azienda sanitaria locale dichiarò che la fabbrica era ormai completamente libera dall’amianto, poi al primo controllo effettuato da esterni, due campioni su dieci hanno dimostrato il contrario. «Di chi dobbiamo fidarci, allora? Come è possibile andare a lavorare avendo la certezza che non ci ammaleremo?», si chiedono in tanti in via Ciliegiole. Le ultime analisi sono state effettuate quasi «per caso», dopo che l’azienda aveva annunciato di voler ampliare il magazzino di circa un ettaro di superficie mai sottoposto alla bonifica integrale che interessò lo stabilimento dal 1987 e il 1992. Sono stati i sindacati a chiedere che venissero fatti i controlli e i dubbi hanno trovato conferma.

La rabbia ha raggiunto livelli altissimi, anche nei confronti di chi, in questi anni, è andato ripendendo che la questione amianto era chiusa per sempre. La protesta dei lavoratori è destinata a non fermarsi qui: per questa mattina è già stata convocata un’assemblea in sala mensa, di tutti i lavoratori, sia quelli dell’azienda che dell’indotto, in un clima quanto mai difficile.

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