Settignanese – C.S. Lebowski 2-2

SETTIGNANESE: Lombardi, Ardovini, Santini G., (72′ Magherini), Bargelli F., Marini, Baldi, Bartolozzi (61′ Filice), Barchielli, Bargelli L., Fabbrini, Pagni (84′ Enea). A disp.: Santini A., Scarzanella, Vicini, Anzalone. All.: Daniele Santini.

C.S. LEBOWSKI: Cerboneschi, Fiorentini (66′ Cenni), Spiga, Sima (80′ Milanesi), Capparelli M., Coppini, Messina (46′ Bianchi), Melis, Migliorini, Mgarn, Spolveri. A disp.: Galletti, Capparelli P., Gamannossi, Bibbiani. All.: Andrea Serrau

ARBITRO: Bertini di Prato.

RETI: 37′ Mgarn, 49′ Bargelli F., 53′ Bartolozzi, 90′ Milanesi

Se si vanno a vedere le rare foto sul pubblico del calcio minore negli anni 90, si rimane sbalorditi. A vedere la squadra locale in categoria non c’erano mai meno di 300 spettatori. La tribuna dello stadio di Grassina, accanto alla casa del popolo, era piena, San Donnino e Campi allo stesso modo; le squadre del pratese riempivano gli spalti, per non parlare del Mugello o della Valdisieve.

Qualcuno dice che, essendo aumentato il livello di spettacolarizzazione del grande calcio, la diminuzione di spettatori nei campionati dilettanteschi è stata fisiologica, data la grande pervasività dell’offerta calcistica maggiore. Questa tesi è vera a metà: sicuramente il calo di spettatori è coinciso con l’arrivo del calcio in tv a ogni ora del fine settimana, quindi dalla fine degli anni 90. In molti sono rimasti a casa a vedere la juventus, oppure il derby della Lanterna, invece che continuare a vedere l’unico calcio che si aveva a disposizione: la squadra locale nel campo vicino a casa. In poco tempo questa tendenza ha svuotato di attenzione e di calore anche la Serie C e il Campionato cadetto, pochi anni prima bacino di passioni e di rivalità ben radicate. D’altra parte, la tesi è vera a metà perchè questo fenomeno è arrivato a contagiare pure la stessa serie A, quindi anche lo “Spettacolo” stesso. Oggi, con grande enfasi, il giornale ci dice che la Fiorentina con 21.000 abbonamenti sottoscritti, è la quarta squadra in Italia per numero di abbonati. Non importa indicare le sagome di Tavecchio e di Lotito, come prima di Moggi e di Carraro, per fare un bilancio del calcio italiano. Il problema, soprattutto quando mancano le risorse per trasformare in oro ciò che luccica, è in un’assenza di visione. Il modello non funziona, è in crisi. Ma nessuno ha un lampo negli occhi, dagli organi federali, ai presidenti, alle istituzioni, nazionali e locali. E quando c’è solo amministrazione dell’esistente, alla fine arriva il declino vero. Cosa si vuole fare per il calcio italiano? Che ruolo deve avere il calcio nella società? Che istanze vogliamo promuovere e da dove ripartire? Funziona il calcio che usa la Champions League come modello per tirare dietro l’intero carozzone fino alle scuole calcio, in un processo di grottesca imitazione dei gesti fotogenici di Mourinho e David Luiz, oppure il movimento deve essere inverso, dal basso verso l’alto?

Chi impone un biglietto a 10 euro (poi abbassato a 8) per una partita di Prima Categoria perchè sa che quel giorno verranno almeno 150 persone in più a vedere la partita, ragiona come una società di Serie A che triplica il prezzo delle curve perchè gioca contro la Juventus. E questo modo di ragionare dimostra con i numeri ogni anno la sua miopia. Stadi più vuoti, maggiore distacco tra città e squadra, bilancio in crisi per la maggior parte delle squadre, risultati scadenti, prospettive zero. Per una società dilettantisca l’autofinanziamento è decisivo, soprattutto se non si intende speculare sulla vendita dei cartellini dei ragazzi. Per questo serve riportare tensione positiva dentro gli stadi minori. Serve che se ne parli durante la settimana. Serve cioè pubblico. Un pubblico che non va a vedere Settignanese – Lebowski per vivere le stesse dinamiche che ha rifiutato nel calcio maggiore.

Quindi la Curva Moana Pozzi è rimasta fuori e una discreta parte del pubblico con lei, a vedere la partita da una curva improvvisata nei giardini pubblici adiacenti al campo. E’ cambiato poco per chi va allo stadio per tifare, è cambiato molto per chi usa il calcio per lucrare e ha perso i migliaia di euro preventivati (per i quali aveva anche chiamato le forze dell’ordine come garanzia). E’ il caso di dire, contenti voi, contenti tutti.

La partita è stata bella e ha dato un assaggio delle difficoltà che i grigioneri dovranno affrontare per tutta la stagione. Ritmi elevati, palla che gira, attaccanti veloci, concentrazione richiesta alta. La Settignanese potrebbe andare in gol alla prima azione. Palla al centro, giro-palla a centrocampo, taglio di una punta, passaggio che filtra, Cerboneschi ci mette il piede e devia bene in calcio d’angolo, sono passati solo 10 secondi giochi. Poi i grigioneri si distendono e prendono il controllo del gioco. Migliorini viene a giocare mille palloni tra le linee, Spolveri è una spina nel fianco degli avversari, Mgarn si conquista punizioni molto pericolose. A destra Fiorentini e a sinistra Messina, classe 1997 in forza alla Juniores del CSL, spingono con costanza. La pressione verso la porta rossonera è costante e al 37° paga: bel lancio di Sima nel buco lasciato sulla corsia opposta da centrale e terzino, Spolveri mette in mezzo e Mgarn insacca.

Che la categoria sia tosta lo dimostrano i primi dieci minuti della ripresa, in cui la Settignanese ribalta il risultato e stringe d’assedio la metà campo del Lebowski. Prima Bargelli F. su calcio d’angolo, poi Bartolozzi con una bella finta in aria trafiggono Cerboneschi. La reazione dei grigionero non è mai scomposta. La palla torna a girare e la Settignanese a perdere metri, Cenni due volte e poi Coppini calciano punizioni da zone del campo pericolose e infine, allo scadere, un diagonale bellissimo di Milanesi sigla il giusto pareggio. Il finale vede la squadra grigionera affacciata sui giardini, a salutare la curva, ovunque la curva sia.

Tratto da:

http://cslebowski.it/

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