L’ex panificio militare di Firenze: centro commerciale o area verde?

Riceviamo e pubblichiamo da parte di un membro del Comitato Ex Panificio Militare un articolo che narra la vicenda dell’ex caserma e propone un dibattito cittadino sull’utilizzo dell’area militare dismessa come un’ulteriore occasione di businness e guadagno da parte di grande distribuzione e palazzinari o un giardino che migliori la vivibilità e bellezza della città.

L’ex-panificio militare. L’ex caserma “Guidobono”, chiamata panificio militare per via della funzione svolta, fu completata nel 1933 nell’area compresa tra le vie del ponte di mezzo, Mariti, da Empoli e dei Marignolli. Per anni, fu utilizzata allo scopo di rifornire di alimenti l’esercito. Diventata magazzino, è stata lasciata senza attività per arrivare all’odierna situazione di abbandono. In seguito ad una legge del 1996 – la numero 662 – è stata introdotta la possibilità della vendita di immobili direttamente da parte delle forze armate.

A partire dal 2003, inizia la vicenda della vendita del complesso che vede il comune di Firenze rinunciare all’esercizio del diritto di prelazione. Nell’ottobre del 2004 viene presentato il progetto Archea, che prospetta la costruzione di una torre, con numerose unità abitative. Sorge allora il comitato ex panificio militare, la cui attività porta all’abbandono del progetto. Nel gennaio 2007 il demanio vende la struttura ad una società del gruppo Baldassini – Tognozzi. Nel maggio 2007 il gruppo Baldassini – Tognozzi tenta di avviare dei lavori ma questi sono bloccati dal comune. Nel dicembre 2013 il curatore fallimentare del gruppo Baldassini – Tognozzi cede l’isolato ad una società del gruppo Esselunga, unica a far pervenire un’offerta.

Recentemente la destinazione d’uso della zona è stata modificata portandola a commerciale ed è prevista la realizzazione di un enorme centro commerciale con alcune migliaia di metri quadri di superficie. L’inizio dei lavori non sarebbe imminente, secondo la proprietà, che, pur di costruire, sarebbe intenzionata a chiudere un proprio supermercato nella via Milanesi. Se, nel 1933 gli immobili del panificio militare erano al limitare della città, oggi sono parte della prima periferia, circondati da edifici che 80 anni or sono non esistevano.

Nel contesto attuale, l’offerta di unità abitative è consistente così come l’offerta commerciale, perciò sembra inutile se non dannoso procedere ad ulteriori interventi in tal senso. Tenendo conto delle numerose opere previste nei pressi – linee tranviarie 2 e 3 e stazione av di via Circondaria – sarebbe preferibile predisporre un piano con giardini, servizi per l’infanzia e gli anziani. È da mettere in evidenza che un’area verde con alberi è presente tra i fabbricati e alcuni stabili insieme al muro perimetrale appaiono ancora in buono stato di conservazione.

Nicla Gelli riassume in due parole la posizione del comitato «Basta cemento!»

Chi, come l’autore dell’articolo, ricorda così il panificio militare da quando ha memoria, con i cancelli chiusi, vedrebbe in ogni caso con favore una discussione pubblica sulla sorte di questa parte della via del ponte di mezzo.

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